REDAZIONE GROSSETO

Guelfo Guelfi e la fuga di Garibaldi a Cala Martina

Ci sono personaggi e aneddoti, sconosciuti a molti, che spuntano da luoghi che pensiamo di conoscere e che magari abbiamo visitato proprio quest’estate, come la storia di Guelfo Guelfi e del monumento di Garibaldi a Cala Martina.

Nato a Lajatico nel 1837 e morto a Siena nel 1911, Guelfi è un medico condotto del comune natale, di cui diventa anche sindaco. Tra i fondatori della "Società per l’Educazione del Popolo", ideata per ridurre l’analfabetismo, insieme all’istituzione di una Cassa Mutua capace di finanziare le famiglie meno abbienti, Guelfi è anche tra i promotori della creazione della Banca Popolare di Lajatico.

Il legame con la Maremma arriva nel 1886 col libro "Dal Molino di Cerbaia a Cala Martina", in cui Guelfi racconta la fuga di Garibaldi da Roma, riconquistata dalle forze papali, attraverso la Toscana nell’estate del 1849. Ad organizzarla il padre Angelo Guelfi, che il 2 settembre di quell’anno fa imbarcare l’eroe dei due mondi a Cala Martina su un peschereccio che lo porta in salvo in Liguria.

Guelfi vuole anche omaggiare Garibaldi con una scultura, che sarà realizzata soltanto nel 1949, nel centenario della fuga, dallo scultore grossetano Tolomeo Faccendi e collocata proprio a Cala Martina. Magari l’abbiamo pure vista senza capirne il senso.

Rossano Marzocchi