REDAZIONE GROSSETO

I cani fanno cose speciali, ma giocando La sicurezza passa anche dal loro naso

Addestrati per la ricerca di esplosivi anche interrati, questi animali proteggono militari in missione e civili. Ma non solo questo

Ogni cavallo e ogni cane impiegati nelle attività dell’Esercito italiano – in qualsiasi territorio nazionale o straniero si possano vedere all’opera – nascono all’interno del Cemivet e questo significa quindi che nel Centro ci sono professionalità di altissima specializzazione.

Per quanto riguarda il settore dei cani (al momento tutti pastori tedeschi, ma a breve potrebbe essere utilizzato anche il pastore belga malinois) l’attività viene portata avanti dal Plotone riproduzione e allevamento sotto la guida del maresciallo capo Giuseppe Esposito e dal Gruppo cinofilo al comando del colonnello Livio Termite, Gruppo che ha tre diversi reparti, oguno dei quali con compiti specifici: la Compagnia cinofila addestrativa, la Compagnia cinofila del Genio e la Compagnia Sorveglianza, sicurezza e controllo della folla.

"La nostra atrtività – spiega il maresciallo capo Giuseppe Esposito – inizia già con la selezione delle fattrici e degli stalloni, scelta che si basa sulle caratteristiche fisiche, genealogiche e anche comportamentali dei cani di cui disponiamo. L’addestramento dei cuccioli inizia molto presto, quando ancora vivono insieme alla mamma, ed è tutto basato su un programma che rispetta in tutto e per tutto le necessità delle varie fasce di età. I primi esercizi, ad esempio, sono molto semplici e per loro del tutto naturali: servono allo sviluppo dell’olfatto, cosa che per loro avviene comunque in maniera spontanea. Una serie di esercizi consente però di affinarlo in maniera molto sensibile".

Un addestramento che per l’intera vita dei cani resta un gioco, perché non ci sono metodi costrittivi né in contrasto con la naturale predisposizione del singolo esemplare. Si chiama "Metodo gentile" ed è studiato per il rispetto del benessere dell’animale. "Tutto ruota intorno al gioco e all’essere premiato una volta compiuta correttamente un’attività – dice il comandante –. Il cane riceve carezze o cibo e vive ogni esercizio, appunto come un puro gioco".

La sviluppo dell’olfatto passa attraverso vari gradi di difficoltà, inizia con il cibo lasciato in varie zone del terreno e arriva poi a situazioni più complesse: già all’età di 4 mesi i cuccioli sono in grado di fare ricerche in ambienti con oggetti occultati in scenari vari. Dovendo da adulti operare anche in zone di guerra, una parte molto importante dell’addestramento è riservata a renderli indifferenti ai rumori di spari, abilità che questi cani raggiungono già a 2 mesi di età.

"Quando il cane ha un anno – spiega ancora Esposito – inizia la fase di addestramento vera e propria insieme ad un militare, che diventa il suo conducente per i dieci mesi successivi. Alla fine del corso, se l’animale risulta idoneo, militare e cane diventano un binomio effettivo e definitivo con un rapporto che sarà inscindibile, tanto che praticamente tutti i nostri militari si portanto a casa il loro animale che non vive più all’interno del Centro, ma in famiglia. Quando il cane raggiunge i 10 anni di età, cessa ogni attività operativa. Ma neanche allora torna qui: resta con il militare con cui ha vissuto fino a quel momento".

E una delle caratteristiche più evidenti di questi cani è la loro grande socialità che non solo non viene intaccata dal loro speciale addestramento ma, anzi, ne risulta amplificata.

"I cuccioli – spiega il colonnello Livio Termite -, quando hanno circa 60 giorni e hanno completato il ciclo di vaccinazioni vengono portati fuori dal Cemivet per farli passegiare in mezzo alla gente nelle situazioni più diverse. Sarà capitato a chiunque di incontrare militari e cani a passeggio nei parchi o all’interno dei centri commerciali cittadini. Fa parte del programma di addestramento, perché devono abituarsi a muoversi in mezzo alla gente con naturalezza e senza esserne infastiditi. Anche questo è un elemento utile alla valutazione di ogni singolo esemplare. All’interno del Gruppo cinofilo i binomi svolgono le attività di ricerca esplosivi interrati (in gergo Mdd), ricerca di esplosivi in superficie o occultati (Edd) e un’attività Patrol, ovvero di ricerca di soggetti ostili, che consiste nell’individuazione e nel blocco di persone ritenute potenzialmente pericolose per la sicurezza. Il lavoro dei binomi e l’efficacia che queste attività riescono ad esprimere sono in grado di garantire un altissimo livello di sicurezza per il personale dei contingenti militari impegnati nei vari teatri internazionali".

Luca Mantiglioni