I funerali di Pietro Stipa, straziante saluto al marinaio morto nell’incidente della Maddalena

Grosseto, centinaia di persone per l’addio al 26enne sottotenente di vascello morto in mare. Presenti i vertici della Marina. Il cappellano militare: "Una persona buona"

La bara all'uscita della cattedrale di Grosseto (foto Aprili); nel riquadro, Pietro Stipa

La bara all'uscita della cattedrale di Grosseto (foto Aprili); nel riquadro, Pietro Stipa

Grosseto, 19 giugno 2024 - Rose bianche e azzurre. Adagiate sulla bara chiara. Ai lati il bianco delle uniformi degli ufficiali della Marina Militare. Ragazzi come lui, in lacrime. Ragazzi che con lui hanno condiviso gli anni all’Accademia. E’ stato straziante l’ultimo saluto a Pietro Stipa, il 26enne grossetano sottotenente di Vascello morto nel tragico incidente avvenuto alla Maddalena nella notte fra sabato e domenica scorsi. Ma insieme ai vertici e ai colleghi militari di Pietro, anche Grosseto si è fatta "sentire". Centinaia le persone che sono arrivate sotto la sua casa in corso Carducci. E poi una piazza Dante gremitissima, in un silenzio assordante, ha seguito con gli occhi quel ragazzo volato via troppo presto. Niente applausi, solo tristezza. Durante il "silenzio" suonato con la tromba accanto al picchetto d’onore della Marina. Per un tributo grande riservato ad un ragazzo che nei pochi anni di servizio, si è meritato il maggiore riconoscimento dal corpo in cui credeva ciecamente.

Approfondisci:

Ufficiale della Marina Militare morto sul gommone, Pietro Stipa conosceva quel tratto di mare

Ufficiale della Marina Militare morto sul gommone, Pietro Stipa conosceva quel tratto di mare

Disperati e attoniti anche i colleghi dei reparti speciali subacquei, quelli più vicini a Pietro, diventati uomini proprio insieme a quel grossetano a cui "tutti volevano bene". Ha infatti iniziato con queste parole la funzione funebre il cappellano militare che ha celebrato la messa nella Cattedrale di Grosseto.

Dopo l’Ave Maria della Corale Puccini è stato il Silenzio a risuonare tra le navate. "Siamo venuti da tutto il mondo per stare accanto a Pietro e alla sua famiglia – ha detto il cappellano militare –. Era un ragazzo buono e umile". Parole accorate nel momento più terribile: "La fine a 26 anni è inspiegabile – ha aggiunto –. L’unica cosa da fare è pregare. L’adesione del nostro cuore, anche per i non credenti, deve essere massima per i suoi cari". Poi l’estremo saluto: "Pietro non ha fatto in tempo a pentirsi. Perché era troppo giovane e buono per aver commesso peccati".