NICOLA CIUFFOLETTI
Cronaca

I gioielli dell’archeologia toscana. Santuari, necropoli e città etrusche. L’anima è nel dedalo delle Vie Cave

Nei territori di Pitigliano, Sorano e Sovana i sentieri scavati dall’erosione naturale e dall’uomo 2500 anni fa. L’altezza delle pareti varia molto: le più alte arrivano fino a 25 metri, come quella intitolata a San Sebastiano.

Nei territori di Pitigliano, Sorano e Sovana i sentieri scavati dall’erosione naturale e dall’uomo 2500 anni fa. L’altezza delle pareti varia molto: le più alte arrivano fino a 25 metri, come quella intitolata a San Sebastiano.

Nei territori di Pitigliano, Sorano e Sovana i sentieri scavati dall’erosione naturale e dall’uomo 2500 anni fa. L’altezza delle pareti varia molto: le più alte arrivano fino a 25 metri, come quella intitolata a San Sebastiano.

di Nicola CiuffolettiGROSSETOLe vie cave di Sorano, Pitigliano e Sovana sono tra i tesori più affascinanti e misteriosi della Toscana, un vero e proprio patrimonio archeologico che testimonia l’antica presenza degli Etruschi nell’area sud est della bassa Maremma Toscana.

L’aspetto che esse hanno oggi è in realtà molto diverso da quello originario, in quanto nel corso del tempo sono state progressivamente scavate, sia dai fenomeni erosivi naturali, sia dalla mano dell’uomo: ecco perché è possibile vedere testimonianze di epoca etrusca nei punti più alti delle pareti, edicole e immagini sacre di epoca medievale o posteriori circa a metà parete e segni di attività più recente alla loro base.

Tecnicamente le vie cave sono profonde fenditure scavate nella roccia, alcune lunghe anche diversi chilometri, che collegano le necropoli, i santuari e le città etrusche.

La loro origine risale a circa 2.500 anni fa, realizzate dagli Etruschi con grande maestria, probabilmente per scopi rituali, di comunicazione o di accesso a luoghi sacri. La loro forma allungata e il loro orientamento spesso seguono linee astronomiche o simboliche, riflettendo una profonda conoscenza delle energie terrestri e celesti.

"Le pareti, che superano anche 20 metri di altezza, sono come dei libri verticali – spiega Carlo Rosati, guida del territorio che ogni giorno conduce turisti e camminatori alla scoperta di queste storiche vie – e le pagine che parlano di storia più antica stanno in alto, in superficie. Sono proprio le pareti ad ospitare i segni indelebili del passaggio di popolazioni. Bisogna pensare che queste vie non sono state realizzate di sana pianta in un determinato periodo storico ma che si portano con sé i segni di secoli e secoli di storia. Sono state dunque scavate nel tempo e sulle pareti, a seconda del tempo in cui sono state realizzate possiamo trovare riferimenti agli etruschi, ai romani, al medioevo e così via".

Tra vie cave e strade di collegamento per raggiungerle si parla di circa 20 chilometri sparsi in tre diversi paesi e da percorrere rigorosamente a piedi o in mountain bike. Ancora oggi rappresentano un capolavoro di ingegneria etrusca, l’altezza delle pareti varia e le più alte arrivano a toccare fino a 25 metri di altezza, sono quelle della "via cava di San Sebastiano" situata appena fuori Pitigliano.

"Bisogna considerare che ad esempio la Via Cava di San Rocco, che si trova tra Sorano e Sovana –conclude Rosati – è stata usata fino al 1936 come via di comunicazione tra i due paesi in quanto non erano ancora stati costruiti i ponti sul fiume che divide i due paesi. In passato hanno avuto anche altre funzioni, ad esempio venivano considerati anche luoghi di culto e di connessione con le divinità etrusche". Avere oggi la possibilità di ripercorrere queste vie è un privilegio che ci giunge in dono dal passato, nostro dovere è proteggerle, tutelarle e trasmettere alle generazioni future il loro immenso patrimonio storico, artistico e architettonico.