RICCARDO BRUNI
Cronaca

I guai della laguna: "Prevenzione sbagliata. Ora fermare il fenomeno risulta impossibile"

Il biologo Mauro Lenzi critica le modalità con cui in tutti questi anni si è cercato di impedire la proliferazione delle alghe nelle acque.

Il biologo Mauro Lenzi critica le modalità con cui in tutti questi anni si è cercato di impedire la proliferazione delle alghe nelle acque.

Il biologo Mauro Lenzi critica le modalità con cui in tutti questi anni si è cercato di impedire la proliferazione delle alghe nelle acque.

In attesa di conoscere quali promesse saranno mantenute, per la salvaguardia della laguna, tra fondi in arrivo, leggi prossime all’approvazione, nuovi enti e tutto il resto, a Orbetello le domande e i dubbi su cosa effettivamente sia stato fatto negli ultimi trent’anni sono ancora molti. Raccolta delle alghe, risospensione dei sedimenti, pompaggio delle acque: cosa non ha funzionato? A ideare il metodo della risospensione è stato il biologo Mauro Lenzi, che le sue risposte le ha sempre avute ben chiare.

"Il pompaggio è stato attivato addirittura in inverno, verso la fine di febbraio, nella convinzione che prima si immette acqua marina, meglio si gestisce questo ambiente lagunare – spiega il biologo –, ma quanto sta accedendo è un’ulteriore prova della inutilità di questo sistema, ce ne fosse ancora bisogno. Si immette forzatamente tanto quanto sarebbe entrato con la naturale circolazione delle acque. L’unica vera utilità del pompaggio sarebbe solo quella di creare una condizione di rifugio per la fauna ittica, ma per questo sarebbe stato sufficiente pompare a metà giugno".

SuL piano della raccolta delle macroalghe e della risospensione dei sedimenti, invece, non è stato fatto sostanzialmente nulla.

"Un natante che cerca di fare la risospensione a levante, senza utilizzare il compressore per il getto d’aria, di cui dispone, non compiccia nulla – sostiene Lenzi –, perché la laguna di levante è più fonda rispetto a ponente e il movimento del natante, da solo, non riesce a incidere sui sedimenti. Occorrono mezzi piccoli, poco costosi e adeguati allo scopo, dotati di compressore e dispositivi di insufflazione".

Insomma, la risospensione era pensata in un altro modo, in questo modo diventa inutile. Quanto alla raccolta delle alghe, infine: "Un migliaio di tonnellate raccolte rappresenta solo una spesa per il conferimento a discarica – dice ancora Lenzi –. In un test di laboratorio, condotto in questi giorni sulla specie dominante dei banchi di questa laguna, ho stimato una percentuale di accrescimento algale medio giornaliero del 17 per centro. Una tonnellata di questa alga aumenta ogni giorno di 170 chili. E di tonnellate in laguna ce ne sono decine di migliaia. Il dramma è che intanto una parte delle alghe che si trova a contatto con il fondo degenera e va ad aumentare i fanghi organici".

E a questo punto cosa si può fare? "Purtroppo non c’è nulla da fare quando si innescano fenomeni di questa portata – conclude il biologo –, le operazioni di mitigazione vanno condotte in autunno e inverno con un adeguato sforzo".

In attesa delle promesse, quindi, non resta che sperare nel maestrale.