Nasce ai piedi del Monte Amiata, tra i castagni di un’azienda privata, un percorso di castaneoterapia per ritrovare il benessere a contatto con la natura. Il taglio del nastro è previsto domani, sarà presente anche la sindaca Cinzia Pieraccini. Sono quattro le aziende castanicole amiatine coinvolte nel progetto pilota regionale "Castaneoturismo", coadiuvate da due Università, quella di Firenze e quella della Tuscia - Viterbo. Castaneoturismo (castanicoltura con Nnovi servizi ecosistemici, organizzata per il turismo) è un progetto sperimentale che ha come obiettivo la valorizzazione economica dell’agrobiodiversità del castagneto e della multifunzionalità dell’impresa castanicola. Lo scopo del progetto è il mantenimento e il miglioramento della castanicoltura da frutto come attività produttiva, introducendo alcune attività di diversificazione (turistica, sociale, del benessere, commerciale) che possano supportare il reddito dell’agricoltore e aumentino le funzionalità ecosistemiche associate ad una gestione sostenibile dei castagneti da frutto, attraverso una riorganizzazione e valorizzazione della gestione delle superfici produttive. Il progetto è finanziato dalla Regione e vede collaborare diversi soggetti a partire proprio dai quattro imprenditori agricoli coinvolti: Mirco Fazzi, Roberto Ulivieri, Francesco Monaci e Roccone Srl Società Agricola, lo Studio Agricis che si occupa del coordinamento delle attività con Giovanni Alessandri, il dipartimento Dagri dell’Università di Firenze con la professoressa Silvia Scaramuzzi, il dipartimento Dafne dell’Università della Tuscia - Viterbo con il professor Rodolfo Picchio e l’Associazione per la valorizzazione della Castagna del Monte Amiata Igp.
Nei castagneti si può ritrovare il contatto con la natura, tramite l’immersione fra i castagni, che aiuta a diminuire la pressione sanguigna, a migliorare lo stato d’animo, a ridurre lo stress, a rafforzare le difese immunitarie e a migliorare l’attenzione e la memoria. L’idea di realizzare un percorso di castaneoterapia a Mirco Fazzi, imprenditore di Castel del Piano, è venuta dopo una visita in Trentino Alto Adige ad un percorso realizzato nel bosco. È stato supportato dal dottore forestale Giovanni Alessandri e dall’architetto Tommaso Pallari. "Il percorso – dice Pallari – si divide in due momenti principali: il primo rappresentato dalla pietra, materia inorganica del luogo e il secondo caratterizzato dal legno, materiale organico in costante mutamento".