MARIA VITTORIA GAVIANO
Cronaca

I problemi della città. Via Matteotti e Palazzo Cosimini: "La sera non è più un bel vivere"

Residenti e commercianti segnalano un crescente degrado di alcune zone "Questa via era bellissima, adesso molte attività hanno chiuso e di nuove non arrivano".

I problemi della città. Via Matteotti e Palazzo Cosimini: "La sera non è più un bel vivere"

Serrande abbassate agli ingressi dei vasti locali che ospitavano uno dei negozi

Altro scorcio della città, altri problemi e disagi. Cambia la via, parzialmente la zona ma lo scenario sembra non trovare modifica a Grosseto. Senza allontanarsi troppo dal centro cittadino, lì a due passi da quello che dovrebbe essere il cuore pulsante ma che negli ultimi anni stenta a trovare una effettiva rivitalizzazione, via Matteotti presenta alcune caratteristiche non positive, come quella – ad esempio – delle attività commerciali che negli anni hanno chiuso e i cui locali sono rimasti vuoti. Non solo negozi, ma anche il grande palazzo che ospitava la sede della Banca d’Italia, ad esempio. Palazzo Cosimini, che conclude la via (seguendo il senso di marcia) no se la passa meglio, almeno in alcuni punti. Ascoltando i pensieri e le considerazioni dei cittadini e di chi ha l’attività nella via, i pareri sono concordi: via Matteotti non è più come una volta, è desolata e dopo una certa ora anche poco sicura.

"Questa via è cambiata tantissimo – dice Lilia Pasqui, titolare dell’edicola –. Tanti negozi hanno chiuso e non sembra che riaprano altri esercizi commerciali. Era bellissima, con molti negozi invece ora è calato anche il traffico e noi ne risentiamo specialmente da quando sono stati aperti i centri commerciali, che sono stati il colpo di grazia. Le persone preferiscono passeggiare nei centri commerciali, sono la rovina della città. A palazzo Cosimini la sera è meglio non avvicinarsi, andrebbe ripopolato con negozi e locali che rimangono aperti fino a tardi. La via è comunque desolata ed gli abitanti si lamentano perché è poco sicura e c’è un giro brutto".

"Viviamo in tensione – racconta Stefano Cheli, del bar pasticceria Corsini –. Siamo quasi al pari di via Roma, abbiamo l’attività e la sera siamo molto preoccupati per la chiusura del negozio. Sono uscite le statistiche su una Grosseto più sicura, non mi sembra. Fino a quindici anni fa via Matteotti era l’ingresso di Grosseto ed era un salotto, tenuta in ottimo modo, adesso c’è un degrado proprio continuo che si estende sul perimetro del centro. Se dovessero venire con l’operazione Strade Sicure anche qui sarei contento. È perché no? Anche le telecamere. Per avere la percezione di cosa c’è, le persone dovrebbero venire il pomeriggio per vedere come cambia tutto quando cala il movimento. Non è più come prima, abbiamo paura anche per andare a prendere l’auto quando usciamo a mangiare una pizza in centro".

"Prima era proprio un salotto questa via – gli fa eco dice Sabrina Regoli –, si lavorava benissimo, e anche se adesso il lavoro non manca la percezione della sicurezza è molto carente, quando usciamo dal negozio non siamo tranquilli. Non distanti da qui ci sono le pattuglie di Strade Sicure, dovessero venire di giorno qua mi farebbero stare più tranquilla.Sono venuta a conoscenza che a palazzo Cosimini i condomini organizzano iniziative per le serate che creano movimento e allontanano la delinquenza".

"Un tempo era una via valida – conclude Giuseppe Coffa –, adesso invece riflette il segno dei tempi, aprire un’attività è sempre più complicato. Mi chiedo spesso che fine faranno tutti questi negozi, perché il futuro è incerto. Cinque mesi fa era peggio la sera, si vedevano tanti branchi di vagabondi. Ad oggi è peggiore anche il giorno perché hanno chiuso i centri accoglienza in via Trento ad esempio, e nell’ultimo anno e mezzo ho contribuito al ’sostentamento’ di alcuni delinquenti perché ho subìto tre furti di biciclette. Palazzo Cosimini non è un polo attrattivo, una realtà a parte, è deserto".

Le idee sono chiare, la situazione sembra davvero essere in un "vicolo cieco", illuminato fortunatamente dalle realtà rimaste.