
"Ideologico il no all’eolico". Legambiente è a favore
PITIGLIANO
Amministrazioni, cittadini, politici, comitati e associazioni di categoria, tutti contrari alle pale eoliche nel comune di Pitigliano. A fare da contraltare al blocco del parco eolico di Pitigliano c’è Legambiente, associazione ambientalista che da sempre lotta per la realizzazione, ove possibile, di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Nell’opinione di Angelo Gentili della segreteria nazionale dell’associazione del cigno verde, il no all’eolico è principalmente legato a motivazioni di natura ideologica piuttosto che al reale impatto che l’impianto potrebbe avere sul territorio. "Il no all’eolico espresso senza mezzi termini da parte della comunità pitiglianese – ha spiegato Angelo Gentili di Legambiente – è solo il più recente tassello di un mosaico che non farà altro che continuare ad aprire la strada allo sfruttamento delle fonti fossili". Poi Gentili prosegue. "Convertire la produzione di energia e puntare - dice - su fonti rinnovabili non solo è rivoluzionario ma appare ormai irrimandabile per limitare gli effetti negativi dell’aumento della temperatura globale, della crisi climatica e della crisi energetica, compreso il caro bollette che sta arricchendo le grandi imprese energetiche a discapito di ambiente e collettività". L’indipendenza energetica può essere raggiunta solo con le rinnovabili.
I dati raccolti da Irena, l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili, parlano chiaro: entro il 2030, l’eolico sarà una delle maggiori fonti di energia e riuscirà a soddisfare il 24% circa del fabbisogno energetico globale. Per Gentili pensare di fermare la transizione per paura di modificare skyline e panorami è tanto sbagliato quanto pericolosamente fuorviante. "Non esistono - ha concluso Gentili - parchi eolici invisibili e a impatto zero sotto il profilo paesaggistico, ma è bene non dimenticare che le sei pale eoliche previste dal progetto in località Rempillo produrrebbero energia pulita per decine di migliaia di utenze e non causerebbero certo un decremento dei flussi turistici né una frattura con il contesto territoriale".