Nate negli anni ’90 nelle grandi metropoli degli Stati Uniti, dove attualmente si contano circa 16.000 bande composte da oltre mezzo milione di membri, molti dei quali sono bambini a partire dall’età di 8 anni, sta diventando un fenomeno planetario e senza distinzioni etniche, di genere e socio-culturali. Le cause di aggregazione di questi giovanissimi sono da ricercare quasi sempre nel forte disagio socio-economico familiare che condividono, ma non è una regola: infatti i ragazzi che fanno parte delle Baby Gang usano la forza del gruppo per coprire i loro punti deboli e per farsi vedere più forti agli occhi dei coetanei. La musica gioca un ruolo importante, tanto che alcuni membri delle Baby Gang sono Trapper famosi che, con i loro testi dal significato esplicito relativo a sparatorie, spaccio, molestie sessuali e machismo, incitano e inducono i loro ascoltatori a emulare ciò che ascoltano e commettere atti vandalici. Infatti queste bande giovanili rendono insicure alcune zone della città con i reati di microcriminalità tipo: furto di smartphone e accessori griffati, rapine, aggressioni verso coetanei o extracomunitari e spaccio di stupefacenti ma anche, più recentemente, stupri di gruppo. Nel settembre 2019 a Grosseto una banda di ragazze ha aggredito una quindicenne. Tutto è cominciato perché il fidanzato della leader ha tradito quest’ultima con la vittima.
CronacaIl "branco" come unico sistema per farsi valere