GROSSETOIl caporalato. La forma illegale di reclutamento della manodopera purtroppo si sta espandendo. E anche la Maremma non è immune, tanto che l’assessore regionale Leonardo Marras ha illustrato una mappa dove ci sono anche zone della provincia interessate dal fenomeno, che sta diventando sempre più complesso. Di questo si è parlato nell’incontro di ieri. "La legge consente ad alcune forme di sfruttamento di essere perfettamente in regola – ha detto Claudio Renzetti, del coordinamento immigrazione Cgil Toscana - forme che consentono di vessare lavoratori sotto molti punti di vista. Ci sono sfruttatori che tramite gli affitti, tramite il pagamento di alcune pratiche o favori, non permettono ai lavoratori di sfuggire dal loro controllo. Un controllo che a oggi è più difficile da combattere rispetto al caporalato puro". Dalla politica alle autorità, sono molti gli attori interessati a risolvere questa piaga. L’iniziativa ha dunque portato a guardare, insieme, con occhi diversi, dei problemi molto delicati e complessi". Le conclusioni sono state fatte da Jean Rene Bilongo, coordinatore dell’osservatorio Placido Rizzotto, della Flai Cgil Nazionale, che ha tirato le fila di un incontro intenso. "Questa è un’occasione propizia per fare un bilancio di quanto avvenuto in questi anni – ha esordito Bilongo - Come Osservatorio presentiamo numeri frutto di elaborazione scientifica, non derive oniriche. Ma dati reali che danno il senso del dramma che vivono alcune persone che operano nella filiera agroalimentare. Guardando a quanto detto a Gavorrano, quali sono le azioni che vanno fatte per spingere anche la Toscana nel percorso virtuoso nel quale si è già impegnata?". "I Comuni, la Provincia e la Regione rivestono da sempre un ruolo fondamentale – prosegue Bilongo - L’Italia è riuscita a definire cosa è lo sfruttamento e il caporalato, attraverso sette indici, ma gli va dato maggiore ossigeno. Anche già un semplice maggiore coinvolgimento dei lavoratori". "Il lavoro e la filiera italiana non possono continuare a vedere così tanti infortuni e morti sul lavoro – ha aggiunto – abbiamo lamentato sempre le criticità della Bossi-Fini, e in questi 23 anni non è stata mai migliorata, piuttosto ha peggiorato. E il danno è poi quello alla nomea del Paese, alla sua onorabilità. Alcuni prodotti sono visti all’estero come frutto di attività criminali. Ci dobbiamo quindi tutti rimboccare le maniche e rimuovere l’illegalità dalla filiera agroalimentare, così come il gap delle condizioni lavorative tra donne e uomini. Giornate come questa aiutano a coordinare queste iniziative e a definire nuovi punti di partenza e direzione. L’Italia è stata capace di sconfiggere il terrorismo, deve anche riuscire a sconfiggere il caporalato".
CronacaIl caporalato resta una piaga. Sguardo sul mondo dell’illegalità: "C’è ancora molto da fare"