MATTEO ALFIERI
Cronaca

Il corriere scomparso. Scacco alla banda che assalì il furgone. Preso il terzo uomo

Accelerazione nell’indagine sulla sparizione dell’autista che guidava un mezzo carico di oggetti di lusso per un valore di 500mila euro. Dopo le due persone fermate martedì, preso ora un altro bandito.

Il corriere scomparso. Scacco alla banda che assalì il furgone. Preso il terzo uomo

Il corriere scomparso. Scacco alla banda che assalì il furgone. Preso il terzo uomo

C’è un terzo arresto nell’indagine per la scomparsa di Nicolas Matias Del Rio, il corriere scomparso il 22 maggio scorso da Castel del Piano. A finire in cella un cittadino turco di 28 anni, Emre Kaia, operaio agricolo residente ad Arcidosso, sull’Amiata, come gli altri due arrestati. Sarebbe stato anche lui, secondo il sostituto procuratore Giovanni De Marco, uno dei protagonisti della rapina delle borse di valore che erano sul furgone guidato dal corriere argentino, a cui poi era stato dato fuoco. Giovedì sera è stato emesso un decreto di fermo perchè è stato ritenuto sussistente il pericolo di fuga anche per questa terza persona. E per i carabinieri la storia non è finita: potrebbero essere coinvolte anche altre persone. Forse una decina in totale.

Emre Kaia, difeso dall’avvocato Federico Cocchi (legale nominato d’ufficio), stando agli elementi raccolti avrebbe dunque partecipato alla rapina e sarebbe stato riconosciuto grazie alle immagini ricavate dalle telecamere di videosorveglianza. Sarebbe lui, insomma, la terza persona ripresa delle telecamere sulla Fiat Panda di colore giallo che seguì il furgone di Del Rio per poi fermarlo. E tra gli elementi nuovi che emergono c’è anche il sequesto di una villetta nelle campagne di Arcidosso dove i carabinieri avrebbero trovato elementi che devono essere approfonditi. L’abitazione è di proprietà di una signora che ne ha affidato la custodia al babbo di Gjoni, albanese, uno degli arrestati. In quella villa, tra il 29 maggio e il 2 giugno, Gjoni e Bozkurt (il cittadino turco finito anche lui in cella) ci sono andati diverse volte. Soprattutto di notte. Una volta con due veicoli; la Panda gialla di Gjoni (da lui utilizzata anche se intestata al padre) e un pick up. Nel giardino sono stati trovati alcuni pezzi di cuoio. Probabilmente parti delle borse rubate che, quindi, se gli accertamenti lo confermeranno, potrebbero essere state nascoste lì almeno per qualche tempo. Da capire – ma qui siamo davvero nel campo della teoria – se in quelle stesse stanze possa essere stato tenuto nascosto anche Del Rio.

In carcere dunque adesso ci sono Klodjan Gjoni 33 anni, albanese residente a Castel del Piano: sarebbe stato l’uomo fatto salire a bordo del furgone del corriere e anche quello che avrebbe fatto subito dopo la telefonata al datore di lavoro di Del Rio, facendosi passare per "Goni". Quando è stato arrestato all’aeroporto di Ciampino si stava imbarcando su un vole verso Tirana. L’altro indagato è Ozgur Bozkurt, 41 anni, nazionalità, residente ad Arcidosso. Entrambi sono indagati per la rapina, per quelle 400 borse marca Gucci del valore di 500mila euro.

Le borse potrebbero essere già state piazzate sul mercato nero? Difficile dirlo. In ogni caso adesso sembra merce che non può passare inosservata. I carabinieri hanno l’esatta descrizione dei modelli (fornita da "Gucci") e, soprattutto, le borse non erano ancora dotate dei codici che vengono sistemati prima di essere consegnate ai rivenditori autorizzati. E la mancanza di questo elemento, in un oggetto di tale valore si nota subito.