Il fascino dell’Amiata Piano Festival: "Legami forti e musica trasversale"

Domani e domenica i primi due concerti della diciannovesima stagione della rassegna. Baglini: "Evento come volano di sviluppo del territorio. Ogni anno le persone tornano. Anche dal Giappone".

Il fascino dell’Amiata Piano Festival: "Legami forti e musica trasversale"

Il fascino dell’Amiata Piano Festival: "Legami forti e musica trasversale"

Torna al Forum Fondazione Bertarelli di Poggi del Sasso l’appuntamento con Amiata Piano Festival. Diciannovesima edizione quest’anno per la rassegna musicale curata da Maurizio Baglini e Silvia Chiesa, che si aprirà domani e proseguirà attraverso quattro weekend fino al concerto natalizio del 7 dicembre. Domani si esibirà il grande ensemble d’occasione con Sonig Tchakerian (violino), Silvia Chiesa (violoncello), Maurizio Baglini (pianoforte) e le percussioni di Saverio Tasca, Christian Del Bianco e Vittorio Ponti su un originale impaginato da Richard Strauss a Respighi e Shostakovich; domenica, invece, il concerto dedicato alla Buenos Aires di Astor Piazzolla con Fabio Furia al bandoneon e Marco Schirru al pianoforte. La quattro giorni di luglio dal 25 al 28 aprirà con due serate dedicate al grande sinfonismo con l’Orchestra di Padova e del Veneto guidata da Marco Angius e l’Orchestra della Toscana con il direttore tedesco Niklas Benjamin Hoffmann. Dal 29 agosto al primo settembre un dialogo serrato tra la contemporaneità dell’Occidente e quella dell’estremo Oriente, ispirato dall’incontro tra il sassofonista Federico Mondelci ed il pianoforte di Baglini e della pianista cinese Jin Ju; e poi un trio tutto al femminile con la violoncellista Silvia Chiesa accompagnata da Mihaela Costea al violino e da Linda di Carlo al pianoforte. Il giorno seguente il solido duo Baglini-Chiesa omaggerà la decennale amicizia e collaborazione tra Eduardo de Filippo e Nino Rota. Il ‘Suono della Magia’ per due pianoforti, il duo Sollini Barbatano, e il popolarissimo Mago Casanova incanterà il pubblico tra giochi di prestigio, Rachmaninov a Williams per il concerto del 7 dicembre.

"Il filo rosso – spiega Baglini – è l’idea che la musica possa diventare volano di sviluppo per un territorio, come avvenuto qui. Il pubblico si ferma più giorni, nel corso dei lunghi fine settimana di concerti. E abbiamo persone che ormai tornano anche dal Giappone. Questo aspetto è rafforzato anche dalla nostra trasversalità, perché offriamo davvero musica per tutti, dalla sinfonica al rock progressive".

Vent’anni di festival, con una grande svolta nel 2016. "Dal 2005 al 2015 – racconta ancora Baglini – i concerti erano organizzati nella sala musica del podere San Giuseppe o nella cantina di Colle Massari. Il ‘prima e dopo’ è rappresentato dall’auditorium, che adesso ci invidia tutta l’Europa. L’altra evoluzione è stata poi la produzione discografica, perché abbiamo registrato alcuni concerti importanti e oltre duecento concerti sono negli archivi della Rai. E questo vuol dire far parte della storia del Paese".

Riccardo Bruni