Il fascino di Santa Marta Nuovi scavi nel sito archeologico delle colline di Cinigiano

Nei primi mesi del 2024 riprenderanno le attività dei ricercatori universitari e restauratori. Patrocinatore e finanziatore del progetto è l’imprenditore Claudio Tipa, patron di ColleMassari.

Il fascino di Santa Marta  Nuovi scavi nel sito archeologico  delle colline di Cinigiano

Il fascino di Santa Marta Nuovi scavi nel sito archeologico delle colline di Cinigiano

Le tracce della storia nel comune di Cinigiano si possono ritrovare a Santa Marta. È in questo luogo dove dolci colline si ripetono come onde nel mare quasi a unire l’Amiata con la Maremma, che nel 2012 è iniziata un’importante campagna di scavo portando, inizialmente, alla luce una villa romana. Anno dopo anno, seppur con delle interruzioni, equipe di archeologi dell’Università di Siena (dal 2018 si è unita anche l’università di Trento) hanno continuato a scavare e hanno continuato a riportare alla luce sorprendenti ritrovamenti. Sotto il sole battente e armati di scopino e paletta, nel tempo gli archeologici sono riusciti a individuare tre aree: una fattoria tardo repubblicana, bagni termali e una chiesa che conta almeno sei diverse fasi di costruzione (la più antica risale al Medioevo). Quello che è chiaro a tutti è che le colline che oggi ospitano pregiati vigneti di Montecucco, un tempo erano solcati e percorsi da chi si metteva in viaggio tra i due mari, Tirreno e Adriaco, e nell’impianto termale con balnea (databili tra la fine del I e i primi decenni del II secolo dopo cristo) trovavano momenti di relax. Proprio i balnea, dotati di pavimenti a mosaico e ipocausto, appaiono rilevanti per caratteristiche architettoniche e decorative. Nel V secolo d.C. i balnea vengono sostanzialmente abbandonati e i resti vengono spogliati del materiale edilizio, operazione che si concluse nel VII secolo d.C. Malgrado la decadenza dell’insediamento romano, il sito si trasformò in breve tempo in un insediamento ecclesiastico dipendente dalla pieve di Sant’Ippolito a Martura. Dentro e fuori la chiesa è emersa un’area cimiteriale e lo studio degli scheletri potrà dare importanti risposte. Gli archeologi, attualmente, stanno scavando l’antica pieve e, allo stesso tempo, le strutture della residenza romana, compresi i balnea. Nel 2018 gli scavi si sono fermati e nel 2023 sono ripartiti ampliando l’area dei bagni. Adesso sono di nuovo coperti ma sono già in programma nuove attività nel 2024. In questo luogo, dimenticato da molti, oltre agli archeologici, a fare la differenza è stato un privato. Dei ritrovamenti nei terreni di Santa Marta un ruolo fondamentale lo ha svolto Claudio Tipa, patron della cantina ColleMassari (oltre che delle cantine Poggio di Sotto, Grattamacco e Tenuta San Giorgio) che all’inizio degli scavi decise di comprare il terreno degli scavi perché venisse vincolato dal ministero della cultura e quindi scavato con vincolo archeologico. ColleMassari e Fondazione Bertarelli hanno deciso di finanziare gli scavi per altri cinque anni garantendo 250mila euro, consentendo così che il progetto di Santa Marta continui a svelare altre ricchezze archeologiche.

Nicola Ciuffoletti