Il futuro della laguna. Il Consorzio è quasi realtà. Ecco ruoli e funzioni

L’approvazione del testo alla Camera è un bel passo in avanti, ma non è finita. Il ministero garantirà circa mezzo milione di euro ogni anno.

Il futuro della laguna. Il Consorzio è quasi realtà. Ecco ruoli e funzioni

Lo stato di salute della laguna è fondamentale anche per le attività produttive

Il ‘Parco ambientale della laguna di Orbetello’ sarà gestito da un consorzio, con sede nel comune di Orbetello, al quale partecipano il ministero dell’Ambiente, la Regione Toscana, la Provincia di Grosseto, il Comune di Orbetello e quello di Monte Argentario. Da qui parte il testo approvato alla Camera che riunisce le proposte di legge avanzate dai deputati Marco Simiani, Francesco Battistoni, Ilaria Fontana e Fabrizio Rossi.

Gli organi del consorzio saranno l’assemblea degli enti consorziati; il comitato tecnico-scientifico; l’amministratore unico; il collegio dei revisori dei conti e si occuperà della salvaguardia della laguna svolgendo attività a supporto dei compiti istituzionali degli enti consorziati, con particolare riferimento alla tutela dei siti della rete Natura 2000 e delle aree protette all’interno del Parco. In pratica, si occuperà della gestione e manutenzione degli impianti, delle strumentazioni e dei mezzi tecnici (autocarri, imbarcazioni raccogli alghe e altri), compresi gli impianti di pompaggio, i sistemi di paratoie, gli impianti di grigliatura e gli strumenti di monitoraggio della laguna. Nel testo si parla anche di manutenzione strutturale del sistema lagunare, compresa l’escavazione dei fanghi, manutenzione e gestione del sistema di raccolta dei dati derivanti dal monitoraggio nonché validazione dei dati stessi; raccolta, trasporto, smaltimento e trattamento delle alghe, compreso il loro riutilizzo a fini di sistemazione ambientale. È inserita tra i compiti anche la manutenzione delle sponde e dei canali. Il comitato tecnico-scientifico manterrà le proprie funzioni di indirizzo, di proposta e consultive sulle attività svolte dal consorzio e manterrà anche il suo assetto. L’estensione del Parco, i rapporti tra il consorzio e gli enti consorziati, la dotazione organica (al massimo quattro dipendenti) e, soprattutto, le quote di partecipazione dei singoli consorziati e i loro rapporti finanziari, in poche parole i soldi che avrà a disposizione il nuovo soggetto, sarà lo statuto a stabilirli. E il ‘peso specifico’ degli enti, ovvero il numero di voti di ciascuno dei consorziati, sarà proporzionale alla quota di partecipazione. Dal Ministero arriveranno 479.641 euro per il 2025 e a 499.641 euro annui a decorrere dal 2026. Mentre le quote degli altri enti sarà lo statuto a stabilirle. E lo statuto è affidato al ministero dell’Ambiente che lo applicherà con proprio decreto dopo 150 giorni dall’entrata in vigore della legge. Il che vuol dire che serviranno altri cinque mesi, più o meno, prima di avere il consorzio. Il passo in avanti è stato fatto, ma la strada è ancora lunga.

Riccardo Bruni