Un talk show straordinario oggi alle Terme Marine Leopoldo II, a Marina di Grosseto dove, alle 18.30, sarà ospite del salotto di Giancarlo Capecchi il generale di corpo d’armata Carmelo Burgio, comandante dei Carabinieri dell’Italia Centrale e della Sardegna. E interessante sarà per le novità che emergeranno, parlare della storia dei carabinieri, a partire dal loro nome che, dice Burgio "solo marginalmente si collega alle temute carabine, ricordate da Costantino Nigra nella ‘Rassegna di Novara’, ritenute più precise dei moschetti, altra convinzione che andrebbe rivista". E poi non sempre le carabine furono le armi affidate ai Carabinieri. Ma dal generale Burgio avremo particolari sorprendenti. E ben pochi sanno che la parola Carabiniere ha indicato diversi soldati operanti negli stati pre-unitari italiani ma anche all’estero, a piedi o a cavallo. Cito, oltre i Carabinieri Reali, i Carabinieros Reales, i Karabinieren, i Carbineers, i Carabiniers."Una cosa è certa – spiega Burgio – essere destinatario dell’appellativo di carabiniere, significava quasi sempre essere in possesso di qualità spiccate". E ancora: "Nel XVIII secolo l’Armata Sarda iniziò a costituire aliquote di soldati scelti nei reggimenti di cavalleria, dragoni e fanteria. Nelle truppe a piedi vennero chiamati granatieri, di alta statura, atletici, per lanciare gli ordigni si disponevano alle spalle dei Ranghi della propria unità ed erano protetti col fuoco ma anche con le punte delle baionette. Le unità di cavalleria li chiamarono carabinieri".Un episodio che richiama il Savoia Cavalleria: "Il 18 agosto 1690, nella battaglia di Staffarda, le truppe francesi del Re Sole (Luigi XIV) ebbero la meglio sull’esercito di Vittorio Amedeo: i carabinieri di Savoia Cavalleria protessero la ritirata. E nella Guerra di Successione Austriaca, l’8 febbraio 1743, a Camposanto di Modena la compagnia carabinieri fu determinante. Nel XIX secolo la presenza dei Carabinieri venne estesa alla Fanteria, quando vennero istituiti i battaglioni Cacciatori". Quante curiosità: e non abbiamo parlato di divise, uniformi, paramani, di falde spesso derivanti dalla tradizione prussiana come gli alamari a punta detti brandemburghi. E non dimenticheremo il nostro Leopoldo II, l’amato Canapone che il 24 ottobre 1849, volle qualificare l’opera dei Carabinieri aumentando il loro numero e allargando il campo di intervento come ‘custodi’ e quasi garanti della sicurezza del territorio e dei suoi cittadini. E la storia grossetana dei Carabinieri è davvero ricca di notizie e "fatti" dalla loro nascita in Maremma nel 1845 fino al 1859, proseguiti poi sino ai nostri giorni. Oggi alle Terme, dove il general manager Amedeo Vasellini è un ex ufficiale dei Carabinieri, si può davvero dire che tira aria di festa dell’Arma e per l’Arma.
CronacaIl generale Burgio racconta il fascino dell’Arma