Il lavoro di Tartamare: "Sole" come una star. Poi il tuffo nel suo mare

Tartaruga rimessa in libertà ieri mattina dopo essere stata curata. Oltre cento persone sulla spiaggia di Marina hanno seguito l’evento .

Il lavoro di Tartamare: "Sole" come una star. Poi il tuffo nel suo mare

Il lavoro di Tartamare: "Sole" come una star. Poi il tuffo nel suo mare

"Sole" è tornata a casa. Dopo un breve periodo di convalescenza, la tartaruga, un giovane esemplare di Caretta caretta, ieri mattina ha potuto tornare a nuotare in mare.

Ad occuparsi delle cure è stata l’associazione Tartamare che gestisce, in convenzione con il Comune di Grosseto, il Centro recupero tartarughe marine a Marina di Grosseto. "Sole" adesso pesa 1,7 chili, ma quando è stata recuperata la bilancia segnava appena nove etti.

La tartaruga ieri mattina è stata accolta quasi come una star sulla spiaggia del Waterworld Surf dove un centinaio di persone ha voluto assistere alla sua liberazione. "Sole" era stata recuperata ad aprile al largo dell’isola del Giglio da un diportista che fortunatamente si accorse che le sue condizioni di salute erano tutt’altro che buone. Essendo un ricercatore nella facoltà di Biologia dell’Università della Tuscia, sapeva però anche come procedere e, come primo passo, ha contattato la Capitaneria e successivamente Tartamare, spiegando che la tartaruga non riusciva ad immergersi. A spiegare il motivo di questo comportamento è uno dei veterinari di Tartamare, Andrea Guidoni.

"Aveva un’infezione polmonare – spiega –, quindi una polmonite che abbiamo dovuto curare con degli antibiotici. Probabilmente ha ingerito acqua ed è stato questo il problema, forse perché incastrandosi in una rete non è stata gestita bene la liberazione di chi l’ha trovata".

"Queste iniziative – dice l’assessora comunale Erika Vanelli – sono momenti per sensibilizzare la popolazione, per informare sulla corretta fruizione delle spiagge e spiegare i corretti comportamenti da tenere per non recare danno alla fauna marina".

Poi c’è Tartamare, che prima di approdare a Marina era un gruppo di volontari all’ex acquario comunale di Grosseto e dal 2016 invece ha visto la formazione dell’associazione, che è passata da dieci a quaranta volontari attivi per non disperdere i professionisti che curavano le tartarughe. "Dal 2018 – dice Luana Papetti del reparto scientifico di Tartamare – facciamo attività tutela dei nidi. Il nostro tratto di sorveglianza va da Pisa a Capalbio, da metà giugno a metà agosto le tartarughe escono e depongono il nido e se nessuno li mette in sicurezza vanno persi. Facciamo anche attività di ricerca. Abbiamo uno studio sulle microplastiche nell’embrione e tuorlo delle uova che non si sono già schiuse con il risultato di un trasferimento delle microplastiche dalla mamma al feto".

"Sole", essendo troppo piccola, non è stato possibile dotarla di segnali di riconoscimento. Così da ora in poi ogni volontario che dovesse vedere una tartaruga che nuova in mare potrà immaginare che sia proprio lei, la "piccolina" salvata in Maremma. Perché il loro amore verso le tartarughe marine gira intorno alla fare di Paulo Coehlo: "se ami qualcuno devi essere pronto a lasciarlo andare".

Maria Vittoria Gaviano