
Al Teatro Moderno di Grosseto arriva Max Angioni con il suo spettacolo ‘Miracolato’. Domani alle 21 il comico comasco, volto noto televisivo per la sua partecipazione alle trasmissioni "Zelig" e "Le Iene", porterà sul palco la sua stand-up comedy, raccontando scene di vita quotidiana, tra social e relazioni sentimentali.
Uno show già collaudato?
"Lo spettacolo è quello che sto portando in giro dall’anno scorso, aggiornato con nuovi aneddoti. Parto sempre dall’attualità, poi mi avvicino al personale. Il filo conduttore è sempre l’idea di metabolizzare la realtà e il vissuto attraverso il filtro dell’ironia. Un po’ come fosse il rompighiaccio con cui attraversare quel polo gelato che è la realtà e quello che affrontiamo ogni giorno".
Come cambia il rapporto con il pubblico dalla televisione al teatro?
"Sono due cose profondamente diverse. A Zelig comunque sei un pezzo del puzzle. Entri e sei una piccola parte di quello che vede il pubblico degli Arcimboldi. Mentre nel mio spettacolo cerco sempre una confidenza con chi viene a vedermi come fossimo vecchi amici. Voglio farmi conoscere, non come personaggio ma come persona. Ogni tanto parlo con gli spettatori, chiedo delle cose, e quelli sono i momenti più belli, nei quali entriamo in contatto, una cosa che non è replicabile in nessun altro modo".
Quando è nato il desiderio di fare il comico?
"Da piccolo ero affascinato dal meccanismo che creava la comicità. Ma ho sempre avuto paura di iniziare e provarci. Ho iniziato a recitare facendo teatro a 19 anni, e avrei potuto provare subito con Zelig. Ma dentro di me c’era quella voce che diceva ‘Ma figurati se…’ e ho lasciato perdere. C’è voluto del tempo. Dieci anni, più o meno. Ne avevo 28 quando ho deciso di guardare in faccia questa mia paura e accettare l’ipotesi che avrei potuto fallire. Che potevo non esserci portato. E così c’ho provato. E qualcosa è successo".
Riccardo Bruni