"Il nostro protocollo oggi diventa grande"

La soddisfazione del presidente Renai: "Ricetta vincente da esportare"

"Il nostro protocollo oggi diventa grande"

"Il nostro protocollo oggi diventa grande"

Quale è stata la filosofia di lavoro di Adf negli ultimi anni? Per arrivare ad oggi, è necessario fare un passo indietro a luglio del 2020 quando fu presentato il Protocollo di economia circolare, un percorso partecipato e condiviso con gli stakeholder del territorio: un modello innovativo di sostegno concreto all’economia del territorio che fonda i pilastri sulla sostenibilità, innovazione, opportunità. Ieri è stata data una svolta a questo protocollo attraverso una revisione che ha visto undici soggetti firmatari impegnati nell’economia circolare di Adf. Per il mantenimento in albo l’operatore economico deve certificare almeno uno dei seguenti requisiti: riduzione dell’1% dei consumi energetici nelle proprie sedi rispetto al 2023; aumento della componente di energia rinnovabile di almeno l’1% rispetto al 2023, aumento del 5% dei rifiuti indirizzati a processi di recupero, assunzione di personale appartenente alle "categorie protette". Così le imprese si impegnano con Adf nell’idea di visione allargata per immaginare prodotti e processi di produzione virtuosi, equi e ad alto valore sociale e territoriale. "La nostra filosofia – afferma Roberto Renai presidente Adf – era dare fisicità ad un’azienda che opera sul territorio con il concetto di sviluppo inteso oltre la crescita, integrando sviluppo economico, etico, sociale e tutela ambientale. Adf è la più grande stazione appaltante della provincia di Grosseto, quindi vogliamo sfidare in termini di responsabilità ambientale, economica, etica e sociale gli attori economici del territorio. Ma l’obiettivo era di unirci tutti inseme per coniugare la sostenibilità della risorsa con lavoro, guadagno e crescita delle nostre imprese cioè avere un consolidamento e potenziamento dei processi economici. Il nostro protocollo oggi diventa grande, può essere valorizzato in altri territori".

Maria Vittoria Gaviano