MATTEO ALFIERI
Cronaca

Il ricordo della Comunità: "Con don Zeno dimostrò di avere un legame mai visto"

Il pontefice spese parole indimenticabili: "Mi sento in famiglia. Questa è una realtà profetica sulla fraternità che tutti dovrebbero avere".

"Mi sento in famiglia. Questa comunità è una realtà profetica sulla fraternità che tutti gli uomini dovrebbero avere". Sono le parole che Papa Francesco usò per definire Nomadelfia nella visita che fece il 10 maggio 2018. Il Papa atterrò a Nomadelfia con l’elicottero intorno alle 7.30, visitò la tomba di don Zeno, il fondatore della comunità, poi affidò due figli ad un gruppo familiare al "Poggetto" e concluse la sua visita con un discorso nella sala pentagonale assistendo anche ad uno spettacolo dei bambini della comunità. Dopo andò a visitare la comunità dei "Focolarini" a Loppiano. In quell’anno Papa Francesco effettuò una serie di pellegrinaggi per onorare la memoria di alcuni preti esemplari, come don Milani e appunto, don Zeno di Nomadelfia.

"Il Papa dimostrò di avere un rapporto profondo con don Zeno – ricorda Francesco, presidente della comunità l’anno della visita del pontefice –. Un’alchimia che non si era mai vista. Quando entrò nella casa, nell’atto di affidare i due bambini al gruppo familiare, fece un gesto particolarmente caro ai Nomadelfi, che tuttora si ricordano, pronunciando la frase ‘Donna ecco tuo figlio, figlio ecco tua madre’, quello che disse Gesù sulla croce. Indicando di fatto la rinascita che si svelava con l’affidamento".

Il ricordo di Francesco si fa più preciso. Gesti e parole che rimarranno scolpiti nella memoria di coloro che a quella visita hanno assistito di persona. "Il Pontefice violò il protocollo facendo salire sulla Papa Mobile un bambino che gli tese una mano mentre si trovava in una delle nostre famiglie – aggiunge – un gesto che rimarrà nel cuore di tutti noi perchè fu spontaneo da parte di entrambi, il bambino e Bergoglio, che si comportò come un nonno amorevole. Così come il discorso che fece nella sala. Su don Zeno espresse parole indimenticabili. Era colui, disse che di fronte a bambini orfani o segnati dal disagio l’unico linguaggio che avrebbero potuto comprendere sarenbbe stato quello dell’amore. Pertanto seppe individuare una peculiare forma di società dove non c’è spazio per l’isolamento o la solitudine. Ma dove tuttora vige vige il principio della collaborazione tra le famiglie’".

Matteo Alfieri