
Il presidente dell’associazione Balocchi: "Non deve tenerla nel suo studio dopo la via ad Almirante". Replica del primo cittadino: "Devono passare sul mio cadavere. Non la cedo, ne sono geloso custode".
MAIANO LAVACCHIO
"Non ridarò la lavagna. L’Anpi deve passare sopra il mio cadavere prima di rivedere la mia lavagna". Questa è la risposta diretta del sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna (che diserta per il secondo anno consecutivo la celebrazione) alla richiesta fatta da Giulio Balocchi, presidente dell’Anpi provinciale che ieri mattina, in occasione delle celebrazioni per l’81° anniversario della Liberazione della provincia di Grosseto, ha chiesto al sindaco di consegnare la lavagna presente nell’ufficio del primo cittadino, su cui i fratelli Matteini, Emanuele e Corrado scrissero l’ultimo messaggio alla madre prima di essere fucilati dai fascisti: "Mamma, Lele e Corrado, un bacio".
"Come fa il sindaco di Grosseto a entrare nel suo ufficio tutti i giorni dove é presente la lavagna e poi intitolare una via ad Almirante (ritenuto responsabile morale dell’eccidio, ndr)? – ha detto Balocchi – Deve toglierla perché è proprietà della comunità. Quando tornerà indietro da questa decisione vergognosa la ridaremo. E’ un’offesa a Grosseto e all’Italia antifascista". "Credo che sia importante commemorare - interviene il presidente della Provincia Francesco Limatola- non altro. La democrazia è una conquista che non può essere data per scontata: va difesa quotidianamente da ogni forma di revisionismo, nazionalismo e tentativo di minimizzare un passato che non deve ripetersi".
Qualche attimo dopo la cerimonia il sindaco ha postato un video sui suoi canali social, facendo riferimento a un documento presente alla cerimonia dove si spiegava come mai l’Anpi si sarebbe allontanato durante il discorso del sindaco, oltre alla contrarietà su via Almirante. Gli esponenti dell’Anpi, poi, se ne sono andati durante il discorso dell’assessore Amante, lì in rappresentanza del Comune. "Gira un ridicolo documento dell’Anpi - attacca il sindaco - associazione anacronistica che non ha più senso di esistere. Questo delirante ’documentello’ da quattro soldi dice delle fesserie : sostiene che sia stata violata, la costituzione in quanto avrei intitolato la via Almirante. Quando abbiamo intitolato anche una via a Berlinguer e vi assicuro che é molto più difficile per me farlo. Conclude con - bugiardi, fate ridere". "Questi toni li utilizza quando perde calma e controllo - ribatte dopo Balocchi- noi non facciamo ridere. E’ poco decoroso non presentarsi, due anni fa addirittura non aveva la fascia e portava gli occhiali da sole. E’ strano perché tutti gli anni il 22 marzo arriva, basta metterlo in agenda". "Sono geloso custode della lavagna - continua (dopo esser stato contattato) rivendico i valori di libertà. Hanno detto anche blasfemie accusandomi di essere andato contro la Costituzione.
Maria Vittoria Gaviano