ALBERTO CELATA
Cronaca

Il salotto buono dell’Argentario. Marzullo mattatore e Vespa show

L’anchorman di Porta a Porta ospite della serata inaugurale: "Scalfaro? Il peggior presidente mai avuto"

Il salotto buono dell’Argentario. Marzullo mattatore e Vespa show

Il salotto buono dell’Argentario. Marzullo mattatore e Vespa show

Uno sfondo d’eccezione, con dietro le onde di quel tratto di mare (lo Stadio di Turchese), dove a Ferragosto si corre il Palio Marinaro. Con una fresca serata d’estate, i colori prima del tramonto e poi dell’imbrunire, Porto Santo Stefano ha accolto la prima serata del Festival dell’Argentario, inaugurata da Bruno Vespa e Maria Latella, 50 anni dopo le storiche edizioni che vedevano personalità di spicco del panorama televisivo italiano. Un balzo di oltre cinque decenni, se si pensa che la prima edizione della rassegna argentarina, figlia della ripresa, del boom e della Dolce Vita, risale addirittura al 1961.

Il salotto buono di Porto Santo Stefano è tornato ad essere il piazzale dei Rioni, con un padrone di casa come Gigi Marzullo, che ha saputo coniugare con la sua delicatezza i racconti del giornalista e scrittore Bruno Vespa con quelli di Maria Latella, anche lei giornalista e scrittrice, davanti al pubblico santostefanese che si è dimostrato attento e incuriosito fino alla fine.

Ma il vero protagonista della serata è stato Bruno Vespa, che con affabilità, ma anche generosità verso il pubblico presente, non solo ha raccontato 62 anni di giornalismo, ma anche di fatto uno spaccato di più di mezzo secolo della vita politica, e non solo, del nostro Paese. "Sono partito dal basso – ha detto – giovanissimo, mi sono occupato di tutto, ho scritto e raccontato di tutto, prima di arrivare alla direzione del Tg1".

Una carriera invidiabile e invidiata ("Ma l’invidia è un sentimento umano" ha detto lo stesso Vespa) che si basa, secondo l’anchorman su quattro principi fondamentali: fortuna, capacità, pazienza e flessibilità. Ma sollecitato da Marzullo e Latella, Vespa si è tolto anche qualche sassolino dalla scarpa.

"Sono contento di quello che ho fatto e ottenuto come giornalista, ma certo è che se non ci fosse stata la sinistra non avrei avuto certi incidenti di percorso". Il riferimento, evidente, è quando, nella Rai dei "Professori" gli fu tolta la direzione del Tg1. "Ci fu anche chi voleva che mi dimettessi dall’azienda e mi ricordo ancora che di fronte a uno scoop clamoroso il mio successore alla direzione mi disse che sì il pezzo lo potevo fare, ma senza comparire in video. E poi mi ricordo che tre colleghe con cui avevo lavorato fianco a fianco (Angela Buttiglione, Tiziana Ferrario e Lilli Gruber), mi voltarono le spalle". Poi il successo di Porta a Porta: "Pensare che doveva durare pochi mesi, poi fortuna e capacità hanno fatto il resto"

Ma Bruno Vespa è giornalista di razza e con lui sul palco, grazie anche alle domande di Maria Latella, sono inevitabili i continui riferimenti alla politica, anche a quella internazionale. "Vi confesso una cosa: tra Biden e Trump, se fossi un cittadino americano non andrei a votare. E ve lo dice uno che nella vita ha sempre votato".

Poi un duro giudizio su Scalfaro ("E’ stato il peggior presidente della Repubblica che abbiamo avuto, chiese alla Cei di contribuire a far cadere il Governo Berlusconi"). Infine un affettuoso ricordo proprio di Berlusconi: "Senza di lui la mia vita e quella di altri sarebbe stata diversa, ha normalizzato la vita italiana".