MARIA VITTORIA GAVIANO
Cronaca

Il sit in in difesa dei diritti: "L’educazione sessuale non deve essere mai un tabù"

Presa di posizione per criticare il divieto di trattare certi argomenti all’interno della scuola "Proposta assurda. Parlarne può dare ai ragazzi elementi in più per capire meglio".

Il sit in in difesa dei diritti: "L’educazione sessuale non deve essere mai un tabù"

Alcuni dei manifestanti in piazza Dante

"L’educazione sessuale è un tabù". Attacca così Cosimo Garofalo, associato dell’associazone Tocca a Noi, voce del sit-in di protesta "Scuola libera tutt3" promosso da Tocca a Noi e Arcigay per sostenere l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole "contro la risoluzione – dicono – anti-gender del leghista Sasso".

"Impedire di trattare certe tematiche legate all’educazione sessuale e affettiva – continua Garofalo – non fa ottenere nulla, se non discriminazioni continue nei confronti della comunità Lgbtqia+ che continua a restare fra i banchi di scuola, ignorando cosa siano davvero i generi. Trattare la tematica è necessario per il concetto di consenso. Protestiamo per la legge e per creare un percorso che formi al pacere e al consenso eliminando ogni tipo di tabù. Non possiamo e non vogliamo restare indifferenti alla deriva illiberale e antidemocratica dell’Italia al tempo del Governo Meloni sentiamo il dovere e l’urgenza di reagire ed opporci con fermezza all’approvazione della risoluzione Sasso della Lega che vieta l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole, tacciandola di essere espressione di una fantomatica ed inesistente ideologia gender".

Ieri a Grosseto si è scesi in piazza (una delle 46 piazze in tutta Italia che hanno aderito al sit in) e i partecipanti si sono seduti "con la speranza che si vada a scavare all’interno della coalizione della destra che ha sostenuto le iniziative, perché è un tema che va trattato e c’è bisogno di un dietrofront", ma anche nella coscienza delle persone.

"Trovo che l’educazione sessuale – dice Irene Lozzi – sia fondamentale nelle scuole e nella mia generazione non è stata così presa in considerazione. Può dare ai giovani degli strumenti in più, un’educazione al relazionarsi con gli altri, nel rispetto altrui, nel capire cosa è legittimo o no. Speriamo di sensibilizzare le persone perché c’è una demonizzazione di alcuni diritti che dovrebbero essere invece ritenuti fondamentali e serve più mobilitazione dal basso e partecipazione dai giovani che sono i diretti interessati".

"È una tristezza – dice Stefania Amarugi, segretaria provinciale di Rifondazione comunista –, perché vogliono sopprimere i diritti, ad oggi non viene capito che la scuola deve essere un luogo accogliente perché educhi. Sono scoraggiata per i giovani e per le persone più grandi come me, quelle che hanno fatto battaglie e alle quali hanno tolto un pezzetto nel tempo, ma continuano a protestare. Non mi fa paura il decreto, ma l’indifferenza. Non pretendo le piazze piene ma certi argomenti dovrebbero stare a cuore delle persone".

"Voglio puntualizzare che è importante sensibilizzare i giovani ed i bambini su questo tema – dice Sara Arpino –, perché non è solo educazione sessuale ma anche affettiva, la portiamo dietro anche da adulti sennò si presentano atti di rabbia come conseguenze. Speriamo di smuovere il governo su ciò che è importante coltivare con la conoscenza, altrimenti arriviamo a raccontare ogni giorno fatti che potrebbero essere evitati con l’educazione".

"C’è bisogno di partecipare e farsi carico delle necessità – afferma Paola Della Santina –. Nella scuola c’è oppressione, non vogliamo più questa prospettiva futura che ci aspetta, ci fa temere che si perda la libertà di esprimere se stessi come persone e idee. Ed è un rischio sensibile con questo governo".