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Immigrazione clandestina. I giudici del Tar Toscana:: "Quel diniego è irregolare"

Il Tribunale amministrativo accoglie il ricorso sul permesso di soggiorno non concesso "Le tre condanne dell’extracomunitario per commercio abusivo non sono ostative".

GROSSETOTre condanne per commercio abusivo di marchi contraffatti, gli avevano impedito di regolarizzare la sua permanenza in Italia, a Grosseto nello specifico. Ma il Tar Toscana ha accolto il ricorso presentato dall’extracomunitario. Nel 2020, il suo datore di lavoro aveva deciso di metterlo in regola – tramite la domanda di emersione del lavoro sommerso – ma si era visto arrivare il provvedimento di diniego da parte del Ministero dell’Interno, con la motivazione che "le tre sentenze di condanna denotavano un’elevata pericolosità sociale". Ma il datore di lavoro non si è dato per vinto e ha deciso di presentare ricorso al Tribunale amministrativo regionale di Firenze, per vedersi annullare il provvedimento di diniego. Ricorso che è stato accolto nei giorni scorsi dai giudici amministrativi della Seconda sezione del Tar Toscana. "Le condanne riportate dal ricorrente non riguardano – scrivono i giudici amministrativi – ipotesi di reato automaticamente ostative all’emersione del lavoro nero".

Questo in virtù del fatto che i reati ritenuti ostativi sono quelli in materia di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, oppure per il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina dall’Italia verso altri Stati, oppure i reati che riguardano lo sfruttamento della prostituzione o dei minori impegnati in attività illecite. Il commercio di materiale con marchi contraffatti, benché reiterato, non rappresenta un ostacolo al rilascio del provvedimento di regolarizzione". Per questo i giudici hanno annullato il provvedimento del Ministero dell’Interno e condannato l’Amministrazione anche alla refusione delle spese sostenute per la lite, che sono state liquidate in 1.500 euro. Oltre, ovviamente, a ordinare l’esecuzione di quanto disposto dal Tribunale.

Cristina Rufini