CRISTINA RUFINI
Cronaca

Immigrazione, decreto flussi. Nullaosta a dieci immigrati. Il Tar annulla tutte le revoche

I giudici ammnistrativi hanno accolto il ricorso dell’impresa edile grossetana. Il datore di lavoro aveva impugnato l’atto con cui erano stati ritirati i permessi concessi nel 2023.

GROSSETO

Erano entrati in Italia con il decreto flussi e avevano trovato lavoro in un’azienda di costruzioni edili con sede in città. Era quindi stato concesso loro - dieci cittadini extracomunitari - il nullaosta che era stato concesso dopo le istanze presentate dal titolare dell’impresa edile e datore di lavoro. Tutti i nullaosta rilasciati dopo la domande del 23 marzo del 2023. Nullaosta rilasciato senza un controllo preventivo come prevedeva, all’epoca, il decreto flussi, fatte salve le verifiche successive da parte delle istituzioni competenti. Controlli che hanno poi portato l’Ufficio immigrazioni della Prefettura a revocare i dieci nullosta rilasciati un anno e mezzo prima. L’iter giudiziario, quindi, tra l’impresa di costruzioni e l’Ufficio immigrazione è iniziato dopo il 17 ottobre scorso, quando è stata notificata la revoca dei dieci nullaosta.

Il che significa che i cittadini extracomunitari sarebbero dovuto tornare in Patria, non avendo più un titolo valido per rimanere sul territorio italiano. Lo avranno fatto?

Nel frattempo il titolare dell’impresa ha impugnato davanti al Tribunale amministrativo regionale, la revoca asserendo nel ricorso, che la contestazione della Prefettura della mancanza del "modello di asseverazione che deve essere compilato da un professionista abilitato e corredato del tesserino di iscrizione all’ordine del professionista che ha siglato le istanze" non corrispondeva alla realtà dei fatti. I giudici amministrativi, dopo cinque mesi, hanno accolto il ricorso dell’azienda, riconoscendo "l’avvenuta presentazione dell’asseverazione sottoscritta da un ragioniere iscritto all’albo dei dottori commercialisti, ragionieri e periti, accompagnata dalla dichiarazione alla Direzione provinciale del Lavoro di svolgere gli adempimenti previsti per l’amministrazione del personale". Per il Tar non doveva esserci la revoca.

La Prefettura sta valutando se fare ricorso al Consiglio di Stato.

Cristina Rufini