
David Lisetti, direttore rischio amianto Elle Emme
Grosseto, 5 agosto 2017 - «Il cemento amianto è stato installato fino al 1994 anche per le sue particolari caratteristiche ignifughe, tuttavia è fuor di dubbio che quando le strutture realizzate con questo materiale sono esposte per lungo tempo alle fiamme vive, la composizione mineraria dello stesso si altera liberando le fibre nell’aria». David Lisetti, direttore rischio amianto dell’azienda folignate Elle Emme, specializzata nella bonifica di strutture industriali con coperture in cemento-amianto, presente a Grosseto in cinque grandi cantieri, offre una lettura tecnica di quanto accaduto martedì scorso con l’incendio a San Martino dove è andato letteralmente distrutto dal fuoco un capannone con copertura in eternit.
«Quando accadono episodi del genere – riprende Lisetti – l’intervento di bonifica deve essere repentino. Appena spento l’incendio si deve provvedere secondo le procedure disposte dal decreto ministeriale del 6 settembre 1974. Le fibre di cemento amianto, infatti, sono particolarmente volatili. Quando c’è un incendio l’esposizione al calore intenso produce la polverizzazione delle fibre che subiscono una sorta di ‘effetto mongolfiera’: si liberano nell’aria e possono ricadere a terra anche a notevole distanza. E ancora di più in presenza di vento. Per questo bisogna agire immediatamente con personale abiltato, certificato e soprattutto adeguatamente protetto.
Prima incapsulando con speciali vernici viniliche tutto il materiale incendiato e anche le superfici di ricaduta; poi inserendo questi cumuli in sacchi speciali anch’essi certificati e omologati per lo stoccaggio di rifiuti pericolosi; quindi si deve portare tutto in una discarica autorizzata a questo scopo. Una volta completata la bonifica secondo quanto disposto dal citato decreto ministeriale – continua il direttore della Elle Emme – prima di riconsegnare l’area al legittimo proprietario devono essere effettuate misurazioni per verificare che le fibre di amianto residue non superino i limiti individuati dalla legge».
«Dopo un incendio a strutture in eternit – conclude Lisetti – le spese di bonifica sono ingenti perché i materiali da conferire in discarica si moltiplicano. Per questo il nostro consiglio è quello di approfittare del bando pubblico Isi–Inail che alle piccole e medie imprese concede contributi specifici a fondo perduto per lo smaltimento dell’amianto: fino al 65% del progetto di smaltimento attraverso ditte specializzate e fino a un massimo di 130mila euro».