LUCA MANTIGLIONI
Cronaca

LE NOSTRE INCHIESTE / Maremma, quel paradiso senza strade

Natura incontaminata tra mare e colline ma mancano le infrastrutture. Offerte per tutte le tasche

Maremma

Grosseto, 6 agosto 2019 - Paradossi. Il turismo in Maremma sembra aver raggiunto un punto di equilibrio poggiando sui paradossi che sono il motore e al tempo stesso l’anello debole del sistema vacanze. Il punto di forza sta soprattutto nella straordinaria bellezza di un ambiente che qui, dalla montagna al mare passa da una zona protetta all’altra quasi senza soluzione di continuità, offrendo un ventaglio di proposte che va da ogni tipo di spiaggia (sperduta, chic, nazional popolare o anche per naturisti, benché non proprio legittimata) fino agli agriturismi arrampicati in zone dimenticate dal progresso e ai percorsi di trekking, per mountain bike, passeggiate dove hai la sensazione di essere il primo essere umano a passare di lì. Ma tanta integrità ambientale è figlia – ecco l’anello debole – di un turismo contingentato, perché per arrivare in Maremma devi prima di tutto trovare una strada vera che ti ci porti.

IL COMMENTO / TURISMO, IL CORAGGIO DI CAMBIARE (di Daniele Barbetti)

«Non abbiamo autostrada, treni veloci non fermano, ma come possiamo pensare di avere un aumento significativo del turismo? – si chiede Maurizio Parrini, presidente di Federalberghi –. E’ la storia del cane che si morde la coda: i turisti non aumentano e le strutture ricettive sono le solite ormai da decenni, ma d’altra parte un punto di forza sta proprio nella bellezza della nostra natura e la mancanza di una concorrenza spietata fra alberghi e hotel, e quindi con una limitata disponibilità di posti, fa sì che ancora oggi, in tempi di turismo mordi e fuggi, possiamo sempre chiedere un numero minino di notti prenotate».

Paradossi, appunto. Eppure a guardare i numeri degli ultimi dieci anni ne esce un quadro più a colori che grigio con un saldo positivo negli arrivi: erano 1 milione e 73mila nel 2009, sono diventati 1 milione e 216mila nel 2018. «Però – ammonisce Mauro Schiano, del Centro studi della Camera di commercio – c’è una leggera flessione nelle presenze, passate da 5 milioni e 887mila alle 5 milioni 819mila dello scorso anno». E questo significa, dice ancora Schiano, «che è cambiato il modo di fare vacanza, i turisti arrivano ma per meno giorni, tant’è che la permanenza media nello stesso decennio è passata da 5,5 giorni a 4,8». E la spiegazione, secondo Schiano, è semplice: «Qui i turisti sono soprattutto italiani, diciamo i tre quarti del totale, per cui è lo specchio della situazione nazionale».

«E d’altra parte – conferma Parrini – quando una famiglia ha meno soldi da spendere quelli per le vacanze sono tra i primi ad essere sacrificati, si capisce». Quello che magari gli albergatori capiscono meno è un’altra cosa. «Io mi chiedo – dice Parrini – quali investimenti pubblici siano stati fatti per promuovere un territorio che ha potenzialità enormi e che invece fa fatica a farsi conoscere. La risposta te la do io: nessun investimento serio, nessuna programmazione di livello, quasi tutto è lasciato alle iniziative dei singoli imprenditori. Fiere, pubblicità, proposte: tutto».

Comunque nel 2018 il settore alberghiero, rispetto al 2017, ha registrato un incremento di arrivi del 4 per cento e l’estate 2019 non sembra da lacrime e sangue. Partita maluccio, adesso le prenotazioni alberghiere sono nella media. «Merito anche dell’offerta che possiamo dare – dice ancora Parrini –. Qui trovi strutture di ogni livello, dal lusso all’hotel per famiglie con il budget millimetrico».

Certo, forse dal punto di vista turistico i migliori anni della nostra vita – per dirla con Renato Zero che in Maremma, all’Argentario, ha casa – sono passati. L’Argentario, dal 1960 alla fine degli anni Novanta, è stato il palcoscenico dello spettacolo, della politica e della nobilità. Si racconta che nella stessa sera nella discoteca King’s di Cala Galera ci fossero il re Farouk d’Egitto, Re Costantino di Grecia, Re Juan Carlos di Borbone e il marito della Regina Beatrice d’Olanda, che a Porto Ercole aveva villa e approdo privato.

A Porto Santo Stefano, la famiglia Agnelli. Villa in località La Soda, Susanna dell’Argentario è stata anche sindaco per dieci anni – dal 1974 al 1984 – e l’Avvocato era spesso alla fonda in quello specchio d’acqua con il suo yacht. Riunioni di famiglia con Maria Sole che arrivava dalla sua casa di Ansedonia. E poi le Streghe del Mare, locale dove è passata la storia del mondo dello spettacolo. A parte chi all’Argentario si sente più a casa che a casa sua (di Renato Zero abbiamo detto, ma poi Raffaella Carrà, Antonello Venditti, Claudio Baglioni), qui era facile trovare Bud Spencer, don Lurio, Peppino Di Capri, come pure il principe Armanini, Anna Falchi e Stefano Ricucci che poi sempre all’Argentario convolarono a nozze.

E oggi? La famiglia Agnelli resta, la villa dei Reali d’Olanda è stata venduta ad un tedesco (perché per testamento non doveva essere ceduta ad un olandese) e anche Villa Feltrinelli, il nido d’amore della coppia Ricucci-Falchi, oggi al suo interno sente parlare russo. Certo, i tanti nomi che contano ci sono ancora, eccome. Solo che fanno vita più riservata. Hanno trasferito la mondanità tra yacht e ville. Ed è un peccato, perché – come diceva Marcello Marchesi – i ricchi devono vivere da ricchi, sennò i poveri si perdono lo spettacolo.

1a puntata - La Versilia

L'intervista: Jerry Calà e la Versilia

La riflessione / Ma i turisti dove sono? (di A. Pini)