REDAZIONE GROSSETO

Incidente in mare, ricerche ad ampio raggio

Definite e aggiornate le strategie e le aree per trovare Anna Claudia Cartoni. Altri robot in arrivo per scandagliare i fondali

Anna Claudia Cartoni non si trova. La donna di 60 anni dispersa in mare da una settimana è ancora in balia delle onde nel canale dell’Argentario, dopo il terribile incidente avvenuto tra una barca a vela, la "Vahinè" e un motoscafo, il "Bibi Blù", guidato da un gruppo di danesi, che è costato la vita ad un uomo e una donna, come detto, tuttora dispersa in mare. A una settimana dall’incidente marittimo dunque proseguono le ricerche della donna sbalzata in mare dopo la collisione. Proprio ieri mattina si è tenuta un’ulteriore riunione operativa tra gli operatori subacquei della Guardia Costiera e quelli dei Vigili del fuoco. Sono state definite ed aggiornate le strategie e le aree di ricerca della persona dispersa. Sulla base dello studio di venti e correnti, e approfittando anche delle buone condizioni di visibilità, è stato convenuto di ampliare il raggio delle ricerche e di impiegare diversa strumentazione tecnica sottomarina per scandagliare ad ancor più ampio raggio i fondali. Allo stesso modo non si fermano le ricerche in superficie, che proseguiranno sotto il coordinamento della direzione marittima di Livorno anche nel corso delle ordinarie attività da parte di tutte le motovedette dell’Ufficio circondariale Marittimo di Porto Santo Stefano. Ricerche alle quali concorreranno anche unità navali dei locali reparti dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.

Proseguono intanto le indagini della Guardia Costiera di Porto Santo Stefano coordinate dal sostituto procuratore Valeria Lazzarini. Al vaglio la dinamica di un incidente ancora tutto da decifrare: l’unica certezza, infatti, è che il motoscafo, che procedeva a forte velocità, (si parla di 36 nodi), si sia scontrato con la barca a vela.

Da valutare le traiettorie delle due imbarcazioni: i danesi dicono che la barca a vela ha "tagliato" la strada al motoscafo, che quindi non ha potuto evitare la disastrosa collisione, i superstiti romani sostengono, invece, che alla guida del "Bibi Blu" non c’era nessuno. Solo la perizia farà luce sulle due versioni contrastanti ma decisive per stabilire le responsabilità.