REDAZIONE GROSSETO

Indagato un virologo: "Covid, false attestazioni per esonerare dal vaccino"

Inchiesta della Procura di Ravenna con 36 avvisi di garanzia notificati. Coinvolto anche un professionista maremmano che firmava i certificati.

Indagato un virologo: "Covid, false attestazioni per esonerare dal vaccino"

Questa volta a inguaiare medici e pazienti non sono state vaccinazioni inquadrate come fasulle. Qui si sale molto più a monte: si arriva cioè alle motivazioni con le quali era possibile farsi esentare dai vaccini contro il covid. Allergie, mutazioni genetiche, rischi specifici: e niente dosi. Un’inchiesta della Procura di Ravenna che in chiusura ha portato alla notifica di 36 avvisi di garanzia: a sette medici (un virologo di Manciano, poi due medici di Ravenna, uno di Cotignola, uno di Napoli, uno di Rieti e uno di Verona)e 29 pazienti. Il principale degli accusati si chiama Luca Graziani, ha 66 anni ed è medico di base con ambulatori a Ravenna e Mezzano: stimatissimo dai suoi pazienti, non ha mai fatto mistero delle sue posizioni no vax esprimendo molte riserve sulle mascherine. Nei giorni caldi della pandemia, c’è chi lo ricorda in piazza a manifestare. Nella sua opera di esenzione certificata, la Procura ha rilevato da subito un’anomalia: lui non era vaccinatore. Le verifiche – coordinate dal pm Angela Scorza – hanno portato a constatare che lui stesso era stata escluso dal vaccino. La data è quella del 31 marzo 2022: e il certificato gli era stata rilasciato da un collega di Cotignola, sempre medico di base, grazie a un altro collega residente a Napoli: quest’ultimo aveva attestato – falsamente secondo gli inquirente – l’esistenza di un rischio trombotico legato alla mutazione di un gene. E quella delle mutazioni, almeno secondo il canovaccio della Procura, ha rappresentato la scusa più usata. Si giunge qui a un’altra figura chiave dell’inchiesta: un virologo residente a Manciano. Il paziente si rivolgeva a lui e otteneva un motivo di esenzione considerato falso: perlopiù per via di mutazioni di geni che si manifestavano in rischio trombofilia. Poi arrivava Graziani che rilasciava il certificato di esenzione. Così ad esempio era accaduto il 15 ottobre 2021. In quel caso era stata falsamente attestata – prosegue l’accusa – pure l’incompatibilità con uno dei componenti del vaccino. Il 28 settembre 2021 il virologo aveva attestato una sfilza di controindicazioni al vaccino: allergie alimentari, sindrome metabolica, ipertensione arteriosa e iperglicemia. Tutto a causa della mutazione di un gene: uguale a rischio trombo-embolico e, come da certificazione del Graziani, niente vaccino.