Grosseto, 11 gennaio 2025 – Sta aspettando da più di un anno che il ministero dell’istruzione le paghi le sue spettanze per le supplenze in tre anni scolastici, dal 2020 al 2023. Ministero che è stato condannato dal giudice del Lavoro di Grosseto a corrisponderle quasi quattromila euro. Una cifra irrisoria, potrebbe sembrare, ma che ’pende’ dal 10 gennaio dello scorso anno, giorno in cui è stata emessa la sentenza. Non solo. Oltre al pagamento delle spettanze, il Ministero è stato condannato anche a riconoscere all’insegnante precaria il beneficio economico previsto dalla ’Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del docente di ruolo delle istruzioni scolastiche’.
Altri 1.500 euro che si aggiungono ai quasi duemila euro di stipendi. Ma ad oggi il dicastero dedicato all’istruzione non ha mosso un euro a favore dell’insegnante, tanto che i suoi legali hanno dovuto ricorrere ai giudici del Tribunale amministrativo regionale di Firenze per smuovere le acque. Ed è di ieri la pubblicazione della sentenza firmata dalle toghe della prima sezione del Tar Toscana, con cui viene ordinato al Ministero di correre ai ripari e dare seguito a quanto disposto dal verdetto del giudice del Tribunale di Grosseto. Considerando che le uniche cifre che sono state sborsate, a oggi, sono relative al pagamento delle spese di lite a favore dei difensori.
Pertanto, i giudici del Tribunale amministrativo hanno condannato il dicastero a pagare le cifre spettanti, quasi quattromila euro, oltre al pagamento in favore sempre dell’insegnante delle penalità di mora, pari agli interessi legali e ulteriori ottocento euro per il giudizio davanti al Tar. Non solo. In caso di mancata ottemperanza entro sessanta giorni, i giudici amministrativi hanno già individuato nel direttore generale dell’Ufficio centrale di bilancio presso il Ministero, quale commissario ad acta incaricato di provvedere al pagamento di quanto sentenziato.