Sta aspettando da più di un anno che il Ministero dell’istruzione le paghi le sue spettanze per le supplenze in tre anni scolastici, dal 2020 al 2023. Ministero che è stato condannato dal giudice del Lavoro di Grosseto a corrisponderle quasi quattromila euro. Una cifra irrisoria, potrebbe sembrare, ma che ’pende’ dal 10 gennaio dello scorso anno, giorno in cui è stata emessa la sentenza. Non solo. Oltre al pagamento delle spettanze, il Ministero è stato condannato anche a riconoscere all’insegnante precaria il beneficio economico previsto dalla ’Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del docente di ruolo delle istruzioni scolastiche’. Altri 1.500 euro che si aggiungono ai quasi duemila euro di stipendi. Ma ad oggi il dicastero non ha mosso un euro a favore dell’insegnante, tanto che i suoi legali hanno dovuto ricorrere ai giudici del Tar.
Ed è di ieri la pubblicazione della sentenza firmata dalle toghe della prima sezione del Tar Toscana, con cui viene ordinato al Ministero di dare seguito alla sentenza del Tribunale di Grosseto. Pertanto, i giudici del Tribunale amministrativo hanno condannato il dicastero a pagare le cifre spettanti, quasi quattromila euro, oltre al pagamento in favore sempre dell’insegnante delle penalità di mora, pari agli interessi legali e ulteriori ottocento euro per il giudizio davanti al Tar. Non solo. In caso di mancata ottemperanza entro sessanta giorni, i giudici amministrativi hanno già individuato nel direttore generale dell’Ufficio centrale di bilancio del Ministero, quale commissario ad acta incaricato di provvedere al pagamento di quanto sentenziato.
Cristina Rufini