L’isola delle capre: questo è il nome di origine greca dell’isola del Giglio. Denominazione data dai naviganti che se ne servivano come approdo in epoca preromana: lasciavano delle capre, che sarebbero potute vivere senza essere allevate, e nel caso di un successivo ritorno avrebbero rappresentato un’importante risorsa alimentare. Fa parte del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, ed è quasi interamente costituita da granito bianco. Fu frequentata solo stagionalmente dagli etruschi che ne sfruttavano il ferro; in epoca romana imperiale fu proprietà della famiglia dei Domizi Enobarbi, sulla cui villa si sviluppa l’attuale abitato del Porto. Arrivando si rimane incantati dalle piccole case colorate che costituiscono il principale centro abitato, caratterizzato una torre d’avvistamento rinascimentale fatta costruire dai Granduchi Medici. Da lì un vicolo porta ad un’insenatura: sott’acqua si possono intravedere le strutture per l’allevamento del pesce della villa romana. Salendo verso Giglio Castello si attraversa una tipica gariga mediterranea ed i vigneti di Ansonica, la Doc locale. L’altro prodotto tipico è il Panficato, dolce fatto con fichi, miele, noci, mandorle, uvetta e vino. Il Castello è difeso da una cinta muraria che ha ben 3 antiporte: se i pirati fossero riusciti a superare la prima si sarebbero trovati circondati dagli arcieri posizionati sul camminamento delle guardie. L’isola si è sempre dovuta difendere dagli assalti dei pirati saraceni: l’ultimo sbarco è datato settembre 1799, quando per intercessione del patrono S.Mamiliano i gigliesi ebbero la meglio sugli aggressori. A questo evento è collegata la presenza di armi antiche nella chiesa di S.Pietro, dove si possono ammirare anche un meraviglioso crocefisso in avorio di scuola nordeuropea ed il reliquiario contenente il braccio di S.Mamiliano. Il centro storico è dominato dalla Rocca Pisana, poiché la Repubblica Marinara possedette l’isola dal 1264 al 1460. A Campese ci si ferma sulla spiaggia di granito rosato e si ammira una torre simile a quella del porto, la limpidezza dell’acqua, e non si vorrebbe più ripartire.
*Guida ambientale