
Il razzismo nasce dai pregiudizi, ovvero giudizi anticipati e atteggiamenti ostili che presentano superficialità. Esistono diversi tipi di pregiudizi: 1) L’emarginazione sociale: discriminazione per chi ha disabilità fisiche, mentali, tossicodipendenti; 2) L’omofobia; 3) La xenofobia; 4) Il razzismo, che è una tendenza psicologica, che favorisce o compie discriminazioni e si fonda sulla presunta superiorità di una razza sulle altre. Nella visione del razzismo, il valore di un essere umano non è determinato dalla sua individualità, bensì dal far parte di una "collettività nazionale ed etnica". Ne esistono vari tipi. Razzismo concorrenziale: nasce dalla volontà di difendere il proprio “territorio”, dalla paura di perdere il posto di lavoro, dalla convinzione di una limitazione dei servizi sociali. Razzismo culturale: nasce dalla volontà di difendere il proprio sistema di vita e la propria cultura o dal rifiuto dei valori e della cultura degli altri. razzismo eversivo: si manifesta attraverso un sentimento di ostilità verso i diversi, quindi si cerca di evitare ogni contatto con le minoranze, limitare i momenti di interazione, adottare dei provvedimenti in grado di mantenere le distanze fino ad arrivare a forme di segregazione, oppure strategie di allontanamento. Razzismo differenzialista, esso si basa sulla convinzione che due civiltà non possano conciliare, quindi si ritiene necessario salvaguardare la diversità con una netta chiusura sociale e politica nei confronti delle minoranze, dato che la diversità culturale non viene considerata un fattore di arricchimento. Le teorie razziste nacquero nel Medioevo, quando i sovrani cristiani si impadronirono dei beni dei banchieri ebrei. Si svilupparono nel XVI, quando la Spagna e Portogallo impiegarono schiavi africani per le loro colonie. Il 31 marzo 1492 Ferdinando II d’Aragona e Isabella di Castiglia crearono il decreto, che espulse tutti gli ebrei dalla Spagna. Il razzismo è un reato, per questo è punibile con l’articolo 3 della costituzione italiana, la quale condanna ogni forma di razzismo. "Tutti i cittadini, inclusi gli stranieri del nostro paese, hanno pari dignità sociale, dunque si dimostrano uguali di fronte alla legge, senza distinzioni di razza, sesso o lingua". La giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale viene celebrata il 21 marzo dal 1966. La data è stata scelta per ricordare quando il 21 marzo del 1960, in Sudafrica, in pieno apartheid, la polizia ha aperto il fuoco su un gruppo di dimostranti di colore uccidendone sessantanove e ferendo 180 persone. Il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza sono alla base degli episodi più drammatici dell’umanità e sono la causa delle violazioni dei diritti umani. Le discriminazioni sono presenti in tutte le società.