
Il campanile giallo della chiesa di San Nicola svetta a Capalbio
Capalbio, 27 aprile 2019 - Non si attenua la frustrazione dei cittadini della Piccola Atene dopo la decisione della Curia di procedere al restauro della Pieve di San Nicola, che si trova ne l centro storico di Capalbio. Da quando sono state tolte le impalcature è apparso il nuovo colore che non piace praticamente a nessuno, compreso il parroco d on Marcello Serio che non ha nascosto le sue perplessità. Adesso però, la protesta passa dalle parole ai fatti perché uno dei politici capalbiesi attualmente in campo, Settimio Bianciardi, ha fatto sapere di aver presentato un esposto molto particolareggiato che è stato inviato tra gli altri alla P refettura di Grosseto, al Ministero dei Beni Culturali, alla Soprintendenza ed alla Cei, l’organo che gestisce il patrimonio edilizio ecclesiastico. « Capalbio cerca la verità con urgenza, anche perché stanno continuando lavori di restauro anche all’interno della Chiesa, senza che nessuno sappia praticamente nulla – esordisce lui – questo dopo che già i lavori sulla facciata sono già stati condotti con la copertura di un telone dove spiccava solamente un tabellone con lo stemma dell’ otto per mille . Con il risultato che è sotto gli occhi di tutti, di una tristezza indescrivibile che lascia senza fiato ed arriva al cuore dei capalbiesi che in San Nicola hanno sempre visto la loro casa. In questi giorni di festività pasquali in tanti sono passati davanti alla Chiesa chiedendosi ‘ chi abbia fatto questo scempio ’ . Un’operazione – prosegue Bianciardi – che potrebbe essere rimediata nel colore , ma non nell’opera d e i martelli pneumatici che hanno lavorato sulla facciata. Perché sarà vero, come qualcuno dice, che quei vecchi intonaci erano solamente del 1968-69? Va detto, infatti, che la Chiesa era già in funzione nel 1153, restaurata durante il 1400 quando furono tracciati dei graffiti nella facciata per poi inserire delle pietre che non furono più messe per la mancanza di fondi della diocesi di Castro. Ma quei segn i rimasero lì, sempre rispettati dalla successive operazioni di restauro, come testimoniato da un opera della dottoressa Felicia Rotundo, responsabile del la Soprintendenza e Bruno Mussari, docente universitario ‘ Capalbio, Storie di un castello ’ che fu finanziata dallo stesso Comune e che molti capalbiesi hanno in casa. Lo stesso Comune che adesso chiede l’intervento di commissari del m inistero, che si mette a disposizione solamente dopo le proteste dei cittadini, mentre avrebbe dovuto vigilare. Ed in tutto questo la Soprintendenza tace » .