NICOLA CIUFFOLETTI
Cronaca

La "Cicci Research". Crescita internazionale nell’Arkeo di poco tempo

Grazie al brevetto di questo dispositivo la società è leader nel settore delle tecnologie per i test di apparati fotovoltaici e in ambito biomedico.

Soci e dipendenti della «Cicci Research» fondata nel 2016

Soci e dipendenti della «Cicci Research» fondata nel 2016

C’è chi all’interno dello stabile di Grosseto Sviluppo, in via Giordania, fa ricerca di altissimo livello. È la Cicci Research di Roberto Oliverio, Alessandro Ronconi e Lucio Cinà che si è conquistata un ruolo internazionale di primo piano, nella comunità scientifica e sul mercato, come azienda produttrice della tecnologia più avanzata per eseguire test sull’efficacia degli apparati fotovoltaici e in ambito biomedicale. I ricercatori grossetani hanno partecipato ad uno studio che dimostra che è possibile combinare l’agricoltura con la produzione di energia pulita. La società è partita brevettando un macchinario che si chiama "Arkeo". "Serve – spiega Cinà – a chi sta sviluppando il prototipo di un qualsiasi dispositivo optoelettronico (dai pannelli solari ai led) e ha bisogno di eseguire test avanzati su un’unica piattaforma". Cicci Research mette a disposizione la tecnologia più avanzata disponibile sul mercato: "Integriamo – dice Cinà – le funzionalità di tanti strumenti scientifici su un’unica piattaforma modulare dotata di un complesso software di elaborazione".

In pratica quello che hanno realizzato gli ingegneri della Cicci è un sistema completo. "Siamo partiti dal fotovoltaico – prosegue – che rimane il nostro core business, ma lavoriamo su altri due settori: i sistemi di accumulo (batterie, supercondensatori) e i test in ambito biomedicale (circuiti neuronali, rigenerazione cellulare)".

Oggi "Arkeo" viene realizzato e assemblato a Grosseto e poi venduta in Italia e nel mondo, il prezzo varia da 10mila a 100mila euro e viene usata principalmente nei laboratori di ricerca e nelle università. Da qualche anno una materia di studio della Cicci Research è la perovskite, il minerale per pannelli fotovoltaici trasparenti e una recente soddisfazione professionale lavorativa è derivata dall’aver partecipato a un studio italiano pubblicato sulla rivista Nature Communications, guidato dall’Istituto per la Microelettronica e Microsistemi del Consiglio nazionale delle Ricerche di Catania (coordinato da Alessandra Alberti), con il contributo dell’Istituto per la Protezione sostenibile delle Piante del Cnr di Torino e che apre all’agricoltura sostenibile del futuro con i tetti semi-trasparenti formati da pannelli solari di nuova generazione. È stato dimostrato che le piante coltivate sotto queste strutture crescono più velocemente e meglio rispetto a quelle in serre fatte di vetro.

"I metodi tradizionali che cercano di combinare le attività agricole con la produzione di energia rinnovabile si basano su pannelli solari in silicio – spiega Cinà – che sono opachi e dunque ostacolano il passaggio della luce solare indispensabile per le piante. Le celle solari di nuova generazione, invece, costruite con la perovskite, sono semi-trasparenti e possono perciò costituire la soluzione a questo problema, ma ancora si sa poco del loro impatto sulla crescita dei vegetali".

In questo progetto il macchinario della Cicci Research è stato utilizzato per simulare la luce del sole. Praticamente è stata realizzata una piccola serra con un tetto di pannelli in perovskite e è stata studiata la risposta di piantine di radicchio coltivate in essa per 15 giorni. I risultati mostrano che i semi sono germogliati più rapidamente e hanno generato foglie più grandi rispetto al radicchio coltivato in serre di vetro. "Per noi – conclude Cinà – aver fatto parte di questo team di ricerca è stata una grande soddisfazione e al tempo stesso il punto di partenza di nuove ricerche".

Nicola Ciuffoletti