Se fosse possibile rivivere per poco più di una settimana come erano gli anni ’70? Per alcuni sono solo un ricordo, per altri una scoperta. Salto indietro nel tempo per vivere o rivivere un po’ quel che è stato a Grosseto cinquant’anni fa. La Città Visibile, progettata dal Polo Le Clarisse di Fondazione Grosseto Cultura, in coorganizzazione con il Comune di Grosseto e il contributo della Fondazione Cr Firenze giunge alla quindicesima edizione e lo slogan sarà ‘70 mi da tanto - Grosseto dalla stalle alle stelle". Da venerdì 27 a domenica 29 sarà possibile fare un tuffo e il clou sarà sabato 28 con la "Notte della cultura". I nuclei principali della manifestazione, come sempre, saranno due: la mostra al Polo Le Clarisse e la Notte Visibile della Cultura durante la quale i musei cittadini saranno aperti e gratuiti fino alle 24 e la maggior parte delle strade e piazze saranno animate da iniziative culturali e concerti. Tutte le iniziative saranno ad ingresso gratuito al Polo Le Clarisse, spiccano fra le tante: l’inaugurazione di venerdì alle 18, l’incontro sul movimento femminista a Grosseto lunedì alle 18, l’incontro di martedì alle 18 su Palazzo Cosimini, mercoledì 25 con le prime televisioni locali e le radio a libere a Grosseto, giovedì 26 tavola rotonda sull’intelligenza artificiale, venerdì 27 sarà la Notte dei desideri. Non mancherà il passaporto dell’arte da ritirare all’inaugurazione della notte visibile per la maratona da fare nei musei.
"Attraverso l’impegno culturale intrapreso – afferma l’assessore Luca Agresti – abbiamo dato tanto alla città, riportando anche le persone a vivere il centro cittadino, con la cultura". "La Città visibile – aggiunge Mauro Papa, direttore del Polo Le Clarisse – funziona perché si crea una rete dove il centro cittadino è il termometro per la Cultura dove collabora che vuole bene alla città. Un polo culturale deve essere un centro attivo, spaziando e coinvolgendo la cittadinanza. Quest’anno si parla di anni ’70 e Grosseto all’epoca era all’avanguardia su tanti aspetti, piccola ma dove c’era un cambiamento e democratizzazione".
Maria Vittoria Gaviano