NICOLA CIUFFOLETTI
Cronaca

La Coldiretti in piazza: "Tutele per il cibo naturale"

Cinquecento agricoltori maremmani alla manifestazione di Parma "Quello realizzato in laboratorio è come un farmaco e come tale va trattato".

La delegazione di Coldiretti Grosseto presente a Parma

La delegazione di Coldiretti Grosseto presente a Parma

In 20mila hanno sfilato a Parma, sotto l’ombrello di Coldiretti, per chiedere più sicurezza alimentare e maggiori tutele per il comparto agricolo. Di questi, circa 500 erano agricoltori maremmani.

Sulla testa degli agricoltori grossetani sventolavano bandiere italiane e campeggiavano striscioni, c’è chi ha portato in piazza uno slogan che ha funzionato: "Il cibo dalle campagne, non dai laboratori". Il corteo ha raggiunto il quartier generale dell’Efsa che si occupa di valutare la sicurezza dei prodotti a base cellulare e rilasciare il parere su cui poi la commissione europea rilascia le autorizzazioni al commercio. A loro fianco anche tante amministrazioni: per la Maremma erano presenti con la fascia tricolore il Comune di Grosseto e quello di Roccastrada. Quello che è stato chiesto è che siano eseguiti studi medici clinici e preclinici, prima di dare il via libera ai cibi cellulari e di fermentazione di precisione, per tutti i prodotti compresi quelli già presentati prima dell’1 febbraio 2025.

"Non siamo venuti a Parma per protestare contro l’Europa o contro l’Efsa, il cui ruolo noi crediamo debba essere rafforzato, ma per accendere la luce sui cibi a base cellulare ed il tentativo da parte delle multinazionali di staccare la spina della terra dal cibo. I cibi artificiali sono farmaci e come tali devono essere trattati – spiega Coldiretti Grosseto –. La nostra sicurezza alimentare è in pericolo".

Coldiretti ha incassato le rassicurazioni dell’Efsa che ha condiviso le preoccupazioni assicurando che saranno effettuate analisi approfondite e utilizzato ogni livello di studio reso necessario per ciascun prodotto notificato. Positiva anche la volontà dell’Efsa di operare con totale trasparenza, garantendo l’accessibilità pubblica delle informazioni relative ai prodotti notificati, agli studi richiesti e al processo di valutazione scientifica. Simone Parrucci, delegato di Coldiretti Grosseto Giovani, ha ricordato che si intende "evitare di scoprire tra 20 anni che i cibi artificiali e industriali che oggi troviamo in commercio siano nocivi o peggio ancora cancerogeni". Per Marianna Dori, responsabile Donne Coldiretti Grosseto "il cibo coltivato in laboratorio è una sostanza farmaceutica e come tale va trattato".

Nicola Ciuffoletti