MARIA VITTORIA GAVIANO
Cronaca

La consegna delle medaglie d’onore: "Che queste storie siano d’esempio"

Il prefetto Paola Berardino rivolge un pensiero ai giovani. "Costruiamo una società più equa e giusta"

Il prefetto Paola Berardino rivolge un pensiero ai giovani. "Costruiamo una società più equa e giusta"

Il prefetto Paola Berardino rivolge un pensiero ai giovani. "Costruiamo una società più equa e giusta"

"Uomini contro l’umanità". Così ha definito il prefetto di Grosseto Paola Berardino, il periodo storico che è stato ricordato e commemorato ieri durante il "Giorno della memoria".

Durante la cerimonia in Prefettura sono state consegnate tre medaglie d’onore ai familiari degli internati militari italiani Irno Biondi, Amedeo Rosselli del Turco e Alfonso Schisano.

"Il Giorno della memoria non può essere celebrato se non con commozione e turbamento – ha detto il prefetto Paola Berardino –. Si tratta di una ricostruzione più disumana mai concepita dall’uomo. La memoria degli innocenti deve essere un ponte fra passato e presente per diffondere valori di umanità".

Poi rivolge un pensiero alla città. "Ecco che il mio desiderio giunge ai giovani – dice il prefetto –, arriva dunque dai recenti fatti di cronaca che hanno interessato la città di Grosseto, con episodi di violenza e sopraffazione che hanno visto coinvolti dei giovanissimi. I giovani sono una grande risorsa nel nostro Paese. Siamo tutti chiamati ad agire, con progetti di inclusione sociale e sostegno capaci di ristabilire l’immagine rispetto alla disuguaglianza, del disagio costruendo occasioni di dialogo, socialità e crescita comune. Spero che le storie di Irno, Alfonso e Amedeo con il loro coraggio, speranza e sacrificio possano rappresentare uno strumento per contrastare ogni forma di violenza, intolleranza, negazionismo e discriminazione, illuminando il nostro futuro verso una società più equa e giusta".

Irno Biondi nacque a Sorano il 7 ottobre del 1921 e non è riuscito a tornare a casa: morì nel campo di concentramento di Zeithain il primo maggio del ‘44 per tubercolosi. La medaglia è stata consegnata dal prefetto Berardino e dal sindaco di Castell’Azzara al nipote Paolo Mariotti. "Questa storia l’ho vissuta quando ero già grande – ha ricordato Mariotti –, perché i miei genitori hanno aspettato a raccontarmela".

Amedeo Rosselli del Turco, scomparso nel 1986, era riuscito a tornare. E’ stato internato nei campi di concentramento di Kustrin, Deblin Irena, Sandbostel e Fallingbostel dall’11 settembre 1943 all’1 aprile 1945. Il prefetto insieme al consigliere di Castiglione della Pescaia Fabio Tavarelli, hanno consegnato la medaglia alla nipote Giovannella Rosselli del Turco. "Nonno era mite, ma anche tanto divertente e con questo rigore e allegria ci ha insegnato a vivere la vita al massimo – ha raccontato –. Ci ha lasciato l’eredità morale".

Alfonso Schisano è stato internato nel campo di concentramento di Bathorn, in Germania, dal 9 settembre del ‘43 all’8 maggio del ‘45. Il figlio Pompeo Schisano, ha ricevuto la medaglia d’onore dal prefetto e dall’assessorae Chiara Vazzano. "Sono orgoglioso di ricevere la medaglia per papà – dice commosso – che ha sofferto come tanti altri".

Maria Vittoria Gaviano