
Una partita a scacchi richiede riflessione, analisi e capacità di prevedere le mosse altrui
Chi l’ha detto che per imparare bisogna solo stare seduti a scrivere e ascoltare? Nella nostra scuola media "Pascoli" abbiamo scoperto che anche il gioco può insegnare tantissimo. Grazie a un nuovo progetto scolastico, che sarà ripetuto negli anni a venire, abbiamo introdotto attività insolite come ping pong, shangai, dama e scacchi, non solo per divertirci, ma anche per capire la loro storia, le loro regole e come possono aiutarci a sviluppare capacità logiche e strategiche. Il ping pong è molto più di un semplice sport da bar o da spiaggia: nasce in Inghilterra nell’Ottocento ed è oggi una disciplina olimpica. Durante le lezioni abbiamo scoperto che giocare non significa solo colpire una pallina, ma anche sviluppare rapidità di pensiero e coordinazione.
"All’inizio pensavo fosse facile – racconta Markus, uno degli studenti coinvolti –, invece ho dovuto allenare molto i riflessi e la concentrazione. Ora mi rendo conto di quanto sia importante calcolare bene il colpo e la traiettoria per mandare la pallina dove voglio".
Un altro gioco che abbiamo scoperto è lo shangai, che richiede grande precisione e autocontrollo. Chi non ha mai giocato con quei bastoncini colorati da raccogliere senza far muovere gli altri? Questo gioco, di origine asiatica, in passato veniva usato anche per migliorare la manualità e la concentrazione. "Pensavo fosse solo un gioco da bambini – dice Samuel –, invece ho imparato a mantenere la calma e a osservare bene prima di agire".
Anche la dama è stata una scoperta interessante. Ha una storia lunghissima, con versioni diverse in molti Paesi. Abbiamo studiato come in Francia, nel ‘600, fosse un gioco da nobili, mentre in Italia è diventata una vera e propria sfida di intelligenza. Giocare ci ha insegnato a pianificare le mosse in anticipo e a sviluppare la memoria. "Se non sto attento a quello che fa l’avversario, perdo subito – ammette Christian –. Ora cerco di applicare lo stesso metodo anche nei problemi di matematica: meglio ragionare prima di rispondere di fretta".
Infine, ci siamo immersi nel mondo degli scacchi, il gioco dei re, dei filosofi e degli strateghi. Abbiamo imparato che in Russia era materia scolastica obbligatoria e che grandi campioni come Bobby Fischer o Kasparov erano vere menti brillanti. Gli scacchi ci hanno insegnato a pensare con calma, a prevedere le conseguenze delle nostre azioni e a non arrenderci subito. "Mi piace perché ogni partita è diversa e devo sempre trovare nuove strategie – racconta Matilda –. Un po’ come nella vita: se un piano non funziona, bisogna trovarne un altro".
Grazie a questo progetto abbiamo capito che imparare non significa solo studiare sui libri, ma anche sperimentare, giocare e mettersi alla prova.