Sono iniziate in questi giorni le celebrazioni per i 250 anni della Guardia di Finanza. Facciamo allora un salto nel 1865, quando il nome è Corpo delle Guardie doganali e al comando di Talamone arriva il sottotenente Pasquale Auriemma. Nato nel 1830 in provincia di Napoli, Auriemma deve vigilare soprattutto sui pagamenti delle imposte, sui dazi e incassare le gabelle. È un periodo relativamente tranquillo per la Maremma, dato che il brigante più noto, Righetto Stoppa (deve ancora emergere Tiburzi), è morto nel carcere fiorentino delle Murate. Auriemma partecipa anche ai rastrellamenti contro la diserzione militare, durante i quali arresta Pietro Ferrarini, unitosi a una banda di briganti. Grazie ai numerosi arresti, riceve quattro encomi solenni e una promozione per meriti di servizio. Col grado di tenente, nel 1869 viene trasferito a Livorno. Congedato dalla Regia Guardia di Finanza nel 1888 col grado di Ispettore di terza classe (attuale Maggiore), Auriemma muore a settantaquattro anni a San Paolo Bel Sito. Corre l’anno 1904, da allora la Guardia di Finanza è diventata un riferimento nelle indagini economico-finanziarie, ma le vite di uomini che hanno presidiato, come Auriemma, borghi o confini nazionali restano pezzi di storia.
Rossano Marzocchi