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La Focarazza. Torna l’antico rito del fuoco

Le contrade di S. Caterina lottano per aggiudicarsi il "palo sacro" sfidando le fiamme. Oggi l’evento.

Si rinnova oggi, quando la notte avvolgerà il paese di Santa Caterina (comune di Roccalbegna) il tradizionale rito della Focarazza. Conosciuto anche con il nome "Palio dello Stollo". Si tratta di un rito antichissimo denso di significati tra sacro e profano che coinvolge una popolazione intera. Da un lato il simbolismo pagano del grande fuoco acceso prima dell’inverno come segno di buon auspicio per affrontare i mesi più freddi, dall’altro la celebrazione di Santa Caterina, che ha dato il nome al paese. Il rito inizia alle 18 sulla Collina delle Forche che domina il paese. Viene innalzata una grande pila di fascine con al centro un grande palo, chiamato stollo, preferibilmente di cerro, albero considerato sacro. La scelta è quella di un palo il più dritto possibile, non troppo largo e nemmeno troppo pesante per essere poi afferrato con più facilità. Dopo la benedizione da parte del parroco viene acceso il grande fuoco ma appena diminuisce d’intensità lo stollo viene conteso dai contradaioli delle 13 contrade di Santa Caterina: Case Galli, Case Pereti, Case Sarti, Case Rossi, Case Saloni, Casini, Cecio, Pilocco, La Croce, La Pianona, La Posta, Campane, Le Querciolaie. L’unica regola è portare dentro alla propria contrada il palo di cerro dopo averlo liberato dal fuoco. È un momento di straordinario potere scenico ed evocativo e dopo la lotta per il possesso, iniziano i festeggiamenti con l’allestimento dei banchetti offerti dagli abitanti a tutti i presenti.

La festa continua poi il giorno successivo, festa patronale di Santa Caterina, con la processione che la mattina, dopo la Santa Messa, attraversa il paese con la statua della Santa. Per raccontare la storia di questo rito a Santa Caterina è stato creato anche il Museo Etnografico della Focarazza inaugurato nel 1987 e rinnovato nel 2005, che fa parte del Sistema Museale dell’Amiata e dei Musei di Maremma ospitato in una ex fucina di fabbro.