MATTEO ALFIERI
Cronaca

La prima passione di Lucio Corsi? La marcia. "Si impegnava già molto"

Il cantautore maremmano a 12 anni aveva deciso di dedicarsi all’atletica con la ’Pellegrini’. Il suo allenatore Fabrizio Pezzuto: "Timido e introverso. Ascoltava attento"

Lucio Corsi con la sua amata chitarra durante il Festival di Sanremo

Lucio Corsi con la sua amata chitarra durante il Festival di Sanremo

Grosseto, 22 febbraio 2025 – Ha portato in scena la sua fragilità, facendone un punto di forza. Perché se c’è ancora qualcuno che pensa che siano i più forti, i più potenti e prepotenti a cavarsela meglio e passarla liscia, Lucio Corsi ha dimostrato tutto il contrario.

Un novello ’Ulisse’, attratto sì dal canto delle Sirene, ma in perenne lotta contro il potere. Che per Lucio da Vetulonia significava ansia per il futuro, il non sentirsi all’altezza delle aspettative in un mondo che spesso rema contro, ma che alla fine, con quelle note dal palco di Sanremo, le sue paure si sono rivelate forza. La sua vita è stata un saliscendi di esperienze. Anche nello sport. Lucio Corsi, infatti, decise di provare a diventare un marciatore, la disciplina più ’romantica’ dell’atletica, un gesto tanto semplice e quotidiano quanto profondo e riflessivo. Un condensato di fatica, una strada da percorrere senza mai guardarsi indietro. E quella strada, con le scarpe da ginnastica, Lucio ha provato a percorrerla davvero. Ogni giorno, per circa un anno, infatti si recava al Campo Zauli per frequentare il corso con la ’Massimo Pellegrini’, la storica società di atletica che ha formato generazioni di grossetani. Quel ragazzino taciturno e filiforme se lo ricorda bene Fabrizio Pezzuto, l’allenatore grossetano che gli ha dato i rudimenti della disciplina.

"Aveva 12 anni - inizia Pezzuto - me lo ricordo insieme a una serie numerosa di altri ragazzini. Ascoltava molto anche se davvero molto timido e introverso. Ma si allenava forte. Diciamo che però non era la sua strada". Pezzuto ricorda anche altro della rivelazione musicale di Sanremo. "Iniziò a marciare con discipline e impegno. Questo è uno sport difficile e duro. E devi avere la consapevolezza che ci saranno più delusioni che soddisfazioni. Alla fine la storia con la marcia durò poco". Lucio Corsi era poco più di un ragazzino. "Ricordo anche che partecipò ad una gara invernale ed era seguito da Paolo Fratangeli, l’altro allenatore che seguiva questi ragazzini. In quel periodo - chiude Fabrizio Pezzuto - non era ancora uscito il suo personaggio che tutti abbiamo ammirato a Sanremo. Diciamo che quel ragazzino ancora stava cercando la sua strada, e il suo talento era ancora ben nascosto. E bisogna ammettere che ha fatto benissimo a seguire il suo istinto, sta diventando un grande". Una strada, quella della marcia, che lo ha aiutato sicuramente a imboccarne un’altra. Quella della musica per come la vede lui. Quella di Lucio.