La Maremma divisa dall’energia pulita. Legambiente bacchetta chi dice no

L’associazione difende pale eoliche e pannelli solari: "Stop all’approccio difensivo e conservativo"

La Maremma divisa dall’energia pulita. Legambiente bacchetta chi dice no

La Maremma divisa dall’energia pulita. Legambiente bacchetta chi dice no

Lo sviluppo di impianti eolici e fotovoltaici in Maremma è un tema al centro di molti dibattiti animati da amministratori e cittadini che, proprio sul proliferare di pale eoliche e distese di pannelli, nutrono molti dubbi. Per Legambiente, invece, non esistono: occorre un’accelerazione nell’installazione di rinnovabili e nella realizzazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili. Per l’associazione ambientalista questa è l’unico modo affinché il territorio possa dirsi protagonista della transizione ecologica e della riduzione drastica delle emissioni climalteranti. "La Maremma toscana – dice Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente – ha tutte le carte in regola per divenire capofila nelle politiche per la sostenibilità per la sua netta caratterizzazione dal punto di vista ambientale. In questa logica, appare urgente e non rimandabile un rinnovato e chiaro impulso finalizzato a sostanziare la conversione ecologica di economia e stili di vita. L’approccio difensivo e conservativo a cui stiamo assistendo rischia di paralizzare il processo di transizione".

Quello sulla realizzazione di una effettiva transizione energetica in Italia è un nodo cruciale del dibattito politico attuale. Basti pensare ai dati relativi alla produzione di energia in Toscana a fine 2022: le rinnovabili (grazie al contributo della geotermia) rappresentano il 49,17% della produzione di energia elettrica regionale, con una prospettiva (secondo gli obiettivi di burden sharing dettati dalla Ue) di aumentare la produzione di 4.200 MW al 2030. Obiettivo ambizioso che comporterebbe la produzione di quasi 600 Mw di rinnovabili ogni anno dal 2024 al 2030. "Occorre realizzare progetti sia di alto valore tecnologico – continua Gentili – che integrati con il paesaggio e con le nostre aree rurali". Altrimenti per il responsabile di Legambiente a deturpare i paesaggi e le economie locali non saranno gli impianti agrivoltaici o eolici ma "la crisi climatica che già sta causando processi molto gravi di trasformazione".

Da parte di Legambiente, i riflettori sono accesi sui progetti di agrivoltaico, un tipo di tecnologia che permette una forte integrazione tra produzione energetica da rinnovabili, attività agricola e pastorizia senza consumo di suolo, ed eolico. "La Maremma – ha aggiunto Gentili – può diventare una delle aree elettive in cui creare una forte sinergia tra produzione di energia rinnovabile, valorizzazione delle risorse ambientali e sviluppo economico". Per l’associazione ambientalista occorre realizzare impianti capaci di mettere insieme innovazione tecnologica e tutela della dimensione territoriale. L’auspicio di Gentili è riuscire "a ragionare in termini propositivi e non oppositivi".

Ma al momento dai territori la risposta non è positiva. A Pitigliano Comune, cittadini, comitati e associazioni di categoria si sono uniti contro il progetto eolico di Sorgenia in località Rempillo e hanno formulato oltre 500 osservazioni contrarie. Stesse polemiche per le pale eoliche del progetto di Apollo Wind a San Donato (comune di Orbetello). Sono scadute invece lo scorso 8 marzo i termini per presentare le osservazioni al progetto di Wind e dedicato a un parco eolico in località Montauto (comune di Manciano) che conta 8 pale alte 200 metri. Un altro "no" al fotovoltaico e all’agrivoltaico è arrivato dal Comune di Cinigiano che ha parlato di "colonizzazione dei territori". Per il Comune maremmano occorre individuare le aree idonee e soprattutto quelle non idonee a questi impianti.

Nicola Ciuffoletti