
La memoria e la storia. Bombe invece dei regali
Venerdì sarà l’8 dicembre, una data che i santostefanesi hanno scolpita nella memoria. Il giorno dell’Immacolata segna infatti l’inizio dei bombardamenti che hanno raso al suolo il paese, portando morte e distruzione a Porto Santo Stefano. L’8 dicembre del 1943, alle 12.30, aerei B-17 "Flying fortress" e B-24 "Liberator", appartenenti al 15th Air Force, provenienti dal mare, bombardarono Porto Santo Stefano colpendo la darsena, il porto e numerosi edifici del rione del Valle. Alcune imbarcazioni tedesche e dei paesani furono affondate. Trentaquattro vittime civili e un numero imprecisato di feriti furono il bilancio finale dell’evento in quello che doveva essere un tranquillo giorno di festa in un tranquillo paese di mare. Fu quello per Porto Santo Stefano, fino ad allora solo sfiorato dagli orrori della guerra, l’inizio di una serie di bombardamenti e incursioni aeree che si protrassero fino al 7 giugno dell’anno successivo. Dopo quel primo bombardamento molti abitanti lasciarono le loro case, in gran parte inagibili, e si trasferirono nelle campagne intorno al paese, occupando casette agricole o baracche fino ad allora utilizzate per il ricovero degli attrezzi e del bestiame. Famiglie intere costrette a vivere in stanzette minutissime; chilometri e chilometri ogni giorno, a piedi o in bicicletta, per procurarsi da vivere; disagi, sacrifici e malattie, e sempre in apprensione con l’orecchio vigile al rumore di aerei in cielo e l’occhio attento a soldati in arrivo. Fu un periodo che segnò profondamente coloro che ne furono protagonisti, lasciando in loro ricordi indimenticabili. Qualche tempo fa un cittadino, Mario Picchianti, aveva anche ripulito i cunicoli della strada Panoramica, dove in molti si andavano a rifugiare, per ricordare alcuni dei luoghi simbolo di quel periodo. Venerdì dalle 17.30 partirà la mostra fotografica curata da Gualtiero Della Monaca sulla distruzione, ricostruzione e rinascita di Porto Santo Stefano, dall’anno 1943 al 1964. La mostra rimarrà aperta fino al 5 gennaio e si terrà nel Centro studi don Pietro Fanciulli. Alle 16.15, invece, di fronte al monumento ai Caduti, ci sarà l’accoglienza del vescovo e delle autorità per la commemorazione dell’80° anniversario del bombardamento, con una preghiera per la pace e un corteo verso la chiesa dell’Immacolata con la banda musicale.
Andrea Capitani