
Il famoso e suggestivo Giardino dei Tarocchi, il sindaco Chelini ha annunciato di avere presentato osservazioni per opporsi alla realizzazione di un parco agrivoltaico che sorgerebbe a 500 metri dal Giardino in stile Gaudì
CAPALBIO
Ultimo comune grossetano prima di entrare nel Lazio, anche Capalbio si trova a confrontarsi con progetti invasivi per l’ambiente e il paesaggio. Qui non c’entrano le pale eoliche che invece stanno minacciando i comuni di Pitigliano, Sorano, Scansano, Orbetello e Magliano ma i pannelli di un parco agrivoltaico. L’idea della società proponente sarebbe quella di installare questi pannelli, alti circa 20 metri, in 40 ettari di terreno, a meno di 500 metri dal Giardino dei Tarocchi, un parco artistico unico. Il sindaco, Gianfranco Chelini, si è già mosso con un’enorme quantità di osservazioni contrarie.
Sindaco, anche voi avete a che fare con progetti che risultano impattanti?
"Si, abbiamo deliberato la nostra contrarietà alla realizzazione di un impianto agrivoltaico di circa quaranta ettari, non distante dal Giardino dei Tarocchi".
Perché siete contrari?
"La realizzazione non solo comporterebbe uno stravolgimento del paesaggio storico del territorio, ma deriverebbe da una mancata considerazione dell’eccedenza di energia rinnovabile già prodotta dalla provincia di Grosseto".
Cioè?
"Il vero motivo per cui la provincia di Grosseto dovrebbe opporsi a questi progetti riguarda il fabbisogno di energia. Abbiamo chiesto alla Regione di tenere in considerazione il fatto che questa provincia produce già un quantitativo di energia proveniente da fonti rinnovabili superiore al suo fabbisogno (160%). Produrre più energia di quanto serve sarebbe un problema".
Quindi sta dicendo che la Maremma ha già dato?
"Sappiamo che non possiamo esimerci da un dialogo nell’individuazione di aree idonee perché una contrarietà sorda farebbe solo il male del proprio territorio, visto che gli impianti sarebbero realizzati e, per giunta, in aree non concordate con l’amministrazione comunale. Per questo ci siamo spesi, insieme anche ad Anci e Upi Toscana, per inserire nei parametri di valutazione delle aree idonee e non, fattori come ad esempio il rapporto produzione-consumo e l’avvicinamento della produzione al consumo".
Quindi la vostra non è posizione contraria a priori?
"Noi siamo contrari a impianti incongruenti con il nostro progetto di sviluppo. Ripeto che la nostra contrarietà è dettata da una serie di considerazioni di tipo economico e ambientale".
Quindi lei è per valutare caso per caso?
"Ribadisco l’importanza di realizzare impianti più piccoli, che servono a integrazione del reddito delle imprese agricole sul nostro territorio e così in linea con il modello di sviluppo maremmano. Abbiamo anche chiesto di far concorrere all’obiettivo le Comunità energetiche rinnovabili (Cer) e che siano i territori che consumano di più, come quelli nel Nord della regione, a farsi carico maggiormente dell’onere di produzione, poiché dal punto di vista ambientale sarebbe decisamente gravoso il trasporto dell’energia".
E sulle nuove centrali geotermiche?
"La geotermia ha elementi positivi per le aree interne. Dal mio punto di vista chiedo che anche sulla geotermia vengano fatti protocolli con dei contratti di servizio stringenti a tutela dell’ambiente".
Nicola Ciuffoletti