Burocrazia e progetti dimenticati. Perché la laguna di Orbetello sta affondando, la triste storia del bacino

Tempi di decisione troppo lenti, pochi soldi (e altri spesi inutilmente). Finanziamenti e deroghe, sono le due questioni ancora senza soluzione

Orbetello (Grosseto), 3 agosto 2024 – I pesci in laguna continuano a morire. Dalla fine dell’era commissariale è il secondo disastro, dopo quello del 2015. Non è ancora chiaro come si intenda correre ai ripari nell’immediato, ma anche sul lungo periodo le strategie sono tutt’altro che definite. Ci sono proposte di legge in Parlamento da anni, ma le grandi questioni ancora irrisolte, per garantire alla laguna una gestione che vada oltre l’affidarsi al maestrale, restano due: i soldi e i poteri.

Quello che si aprì nei primi anni Novanta, proprio a seguito di una morìa di pesci, fu uno degli stati di emergenza più lunghi della storia italiana. Nel tempo, l’ex sindaco lagunare Rolando Di Vincenzo riuscì a portare a Orbetello la cabina di regia del commissariamento, e con questa i finanziamenti statali. Soldi con i quali, tra le altre cose, sono stati costruiti anche gli impianti di Patanella per lo stoccaggio e l’essiccamento delle alghe. Uno dei problemi delle alghe, infatti, è che essendo rifiuto speciale (come tutto quello che viene raccolto in laguna) devono essere smaltite in impianti attrezzati. Ma poiché i costi vanno ‘a peso’, è ovvio che affidando le alghe allo smaltimento appena pescate quello che si paga è soprattutto acqua. Gli impianti, costati circa un milione e mezzo di euro, dovevano servire a ridurre i costi di smaltimento delle alghe eliminando appunto l’acqua. Ma non sono mai entrati in funzione.

Oltre ai fondi statali, che con la revoca dello stato di emergenza non sono più arrivati, il commissario usufruiva anche di deroghe speciali, per cui poteva intervenire con affidamenti rapidi e diretti, mentre una gestione ordinaria deve affrontare tutti i percorsi della burocrazia. Ovvio che se poi la cabina di regia si trova a Firenze, certi percorsi rischiano di essere ancora più lenti. Soldi e poteri, quindi. Finanziamenti e deroghe. Sono le due questioni ancora senza soluzione, che hanno reso il passaggio dalla gestione emergenziale a quella ordinaria un sonoro flop. Anche il metodo della risospensione dei sedimenti, ideato per ridurre la formazione di alghe e posto al centro degli accordi di programma tra Comune e Regione per gestire il post-emergernza, era stato pensato per cinque battelli attrezzati in funzione tutto l’anno, mentre è stato applicato di solito con due battelli, non sempre attrezzati, in funzione solo per qualche mese. Se avesse funzionato, sarebbe stato un miracolo.

Riccardo Bruni