LUCA MANTIGLIONI
Cronaca

Caso laguna di Orbetello: "Fondali da ripristinare. Le acque dell’itticoltura sarebbero molto utili"

Stefano Bronchini analizza la situazione e indica alcun i interventi possibili. "Basta guardare i rilievi aerei per rendersi conto che l’unica zona rimasta viva è quella dei reflui dell’allevamento che sono monitorati e ricchi di ossigeno"

Orbetello (Grosseto), 4 agosto 2024 – Non può più essere considerato un evento di natura eccezionale, servono fondi adeguati per realizzare gli interventi e poi un’altra cosa: andrebbe rivisto il rapporto fra la laguna e gli impianti di itticoltura. A dirlo è Stefano Bronchini, direttore di uno dei tre impianti presenti ad Ansedonia e uno dei maggiori esperti in questo settore grazie ad un bagaglio professionale iniziato nel 1986 nella Diaccia Botrona.

Bronchini, che idea si è fatto di questa situazione?

"Negli anni i livelli dei fondali si sono ridotti di molto e la circolazione delle acque che prima poteva essere sufficiente, ora con i cambi climatici non basta più ad assicurare la vita ad un ambiente così difficile".

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Quindi?

"Dobbiamo ripristinare i fondali primitivi per una serie di motivi legati a temperatura e luce e quindi alla minor formazione delle alghe. Più più volume d’acqua si traduce in percentuali inferiori di biomasse di pesce per metrocubo ri e quindi un ulteriore minor impatto sulla qualità delle acque in particolar modo sul contenuto dell’ossigeno. Serve maggiore circolazione di acqua. Dobbiamo trovare il modo per aprire nuove bocche a mare, almeno due per litorale, magari con nuovi canali oppure con grandi tubazioni che possano portare più ricambi".

E le alghe?

"Vanno rimosse e soprattutto stabilire un metodo di smaltimento meno impattante sulle risorse economiche. Voglio dire che le alghe contengono il 95% di acqua e quindi è pura follia smaltire il materiale umido con costi insostenibili. Potremmo pensare ad un processo di essiccamento o addirittura un trattamento che le faccia diventare concime per l’agricoltura".

La conta dei danni nella laguna di Orbetello. La situazione resta grave
La conta dei danni nella laguna di Orbetello. La situazione resta grave

L’attività di pesca?

"Va aumentata. La morìa di questi giorni ha restituito la presenza di ingenti quantità di pesce anche molto grande. Poteva essere prelevato prima".

Fra itticoltura e laguna c’è un legame molto delicato.

"Dalle foto aeree e dalle ispezioni sul posto si capisce bene che l’unica area rimasta ’viva’ è l’area interessata dai reflui di uno degli allevamenti di Ansedonia. Questa è una chiara situazione di benessere che non può passare inosservata. Domanda: come mai le amministrazioni non chiedono anche all’altro allevamento di scaricare i reflui in laguna?".

Ci sarebbero benefici secondo lei?

"Le acque degli scarichi sono monitorate continuamente, sono cariche di ossigeno e hanno temperature molto più basse anche di quelle che entrano dal mare. Queste acque, prima di essere restituite all’ambiente, seguono un percorso di fitodepurazione naturale in grandi bacini di lagunaggio (per far capire l’assoluta buona qualità di queste acque, dico solo che una parte vengono reimmesse nel circuito idrico per poterle utilizzare nuovamente per l’allevamento). A mio avviso, agli allevamenti andrebbe tolta la limitazione sulle quantità di acqua da emungere visto che si tratta di acqua di infiltrazione dal mare e quindi senza ripercussioni su un improbabile innalzamento del cuneo salino, anzi eventualmente il cuneo lo abbasserebbe".

E poi?

"Poi le acque reflue degli allevamenti ben ossigenate, con tutti i parametri analitici ben al di sotto delle tabelle di legge e minor temperatura, rappresenterebbero indubbiamente una grande risorsa soprattutto in momenti di crisi e potrebbero contribuire sensi bilmente a migliorare l’habitat della laguna. Inoltre un maggior apporto di acqua ’buona’ servirebbe da ulteriore richiamo per le montate di pesce dal mare, queste ultime fonte principale per la vita economica della laguna e dei Pescatori".