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L’Asl: "Si sono quadruplicate le azioni contro medici e infermieri"

"Giornata Nazionale contro la violenza sugli operatori sanitari", l’azienda sanitaria fa il punto: 128 gli episodi di aggressione

Violenze e abusi sul posto di lavoro. Aggressioni erbali e fisiche. Una situazione, quella che si "respira" in molti ospedali che inizia a pesare per gli operatori sanitari. Ieri la Asl Toscana sud est, in linea con le indicazioni della Regione Toscana, ha celebrato una giornata che concentra la sua attenzione non solo sugli eventi in cui i lavoratori sono minacciati, aggrediti o abusati nel loro posto di lavoro, ma anche per ribadire il sostegno e la vicinanza ai propri operatori che in questi anni sono stati oggetto di minacce ed offese. Nel solo anno 2021 sono stati segnalati, nell’ambito dell’Azienda, 128 episodi di aggressione, un numero quasi quadruplicato rispetto all’anno precedente. E’ presumibile che questo aumento sia correlato all’emergenza Covid, che ha portato varie restrizioni e un diffuso disagio psicologico ed emotivo, sia nei pazienti e loro familiari, sia tra gli operatori sanitari. Tra i casi di violenza segnalati nel 2021, nel 23% dei casi si è trattato di episodi di violenza fisica e nel 77% di violenza verbale. Nella maggior parte dei casi le vittime sono stati infermieri (57,7%) e, dato importante è che oltre l’80% di questi eventi riguardano le donne. "I professionisti sanitari della Asl Toscana Sud Est sono inesauribili motori del sistema sanitario nazionale e affrontano ogni giorno, con perseveranza, tutte le sfide necessarie per garantire servizi puntuali ed efficienti – scrive l’azienda – In questi anni vi è stato un impegno costante al fine di individuare tutte le possibili strategie per ridurre i rischi". Per questi casi l’Asl Sud Est ha messo a disposizione un sostegno psicologico nello sportello d’ascolto per le vittime di violenza ed aggressione. Questi dati, in linea con quelli nazionali, sono il frutto di un monitoraggio realizzato attraverso un questionario specifico per operatori del Pronto Soccorso e di altre strutture aziendali, e purtroppo sono solo una minima parte rispetto a quelli che realmente si verificano giornalmente nelle strutture sanitarie.