REDAZIONE GROSSETO

Le due vite in un libro: "Viva voce" al Campiello

Stefano Adami racconta il periodo difficile vissuto dopo il grave ictus e il volume entra fra quelli candidati al prestigioso riconoscimento.

Stefano Adami

Stefano Adami

Una vita impegnata, socialmente e culturalmente, poi l’interruttore del Destino vira sulla parte "off" e abbuia la strada, anche quella del presente. Così buia che non riesce più neanche a muovere un passo, letteralmente, perché il suo corpo era diventato solo un contenitore di muscoli inermi e organi. E di pensieri, da quel momento anche neri, molto neri. Il destino che aveva fatto ruotare l’interruttore aveva un nome, si chiamava ictus. Per Stefano Adami, docente universitario, studioso e coinvolto in più progetti culturali, fino a quel momento era stato semplicemente un termine medico, conosciuto ma appartente alla sfera teorica. Ritrovarselo "dentro", nel fisico e nella quotidianeità, ha cambiato la sua vita portandolo negli abissi della mente che si stava arrendendo prima di ritrovare forza ed energie per riprendere in mano il timone e rimettere in navigazione la sua barca. Scrivendo, anche. Scrivendo così bene che il suo libro "Viva voce" (edito da Effigi) adesso è candidato al Premio Campiello che sarà assegnato a settembre a Venezia.

"Il 23 maggio del 2019 resta, per me – dice Adami – un giorno che segna un’irrimediabile rottura. Quel pomeriggio, infatti, a casa mia, nel centro di Grosseto, del tutto inaspettatamente, sono rimasto vittima di un ictus grave".

Grave significa che il Destino non aveva ancora deciso quale strada fargli imboccare e quella senza spazi per fare inversione e tornare indietro nessuno in quelle ore poteva escluderla.

"Sono stato fortunato – dice Adami –, anche a causa di qualcosa di molto particolare che mi è capitato quella notte dell’ictus e che nel libro descrivo. Accade anche di ridere, più volte, leggendo il volume".

All’indomani della tragedia, Adami, in carrozzina, rifiuta di prendere coscienza di quello che gli è successo, e di venirci a patti. Pensa, anzi, all’eutanasia. Ma giorno dopo giorno, grazie alla vita interiore, grazie a molte persone, e ad un metodo di riabilitazione innovativo come quello fondato a a Pisa dal professor Carlo Perfetti, riprende la strada.

"Molti amici mi sono stati vicini, altri mi hanno abbandonato – racconta ancora Adami –. Da queste pagine vengono fuori mille ricordi, mille emozioni, tutte le difficoltà di chi viene colpito da una tale patologia, non ultime quelle burocratiche. Ma il libro è anche un elogio della vita, il canto della sua potenza. Infatti questo è solo il primo titolo di quella che sarà una trilogia. Un volume successivo sarà dedicato all’incontro col metodo Perfetti, e alla permanenza in due centri di eccellenza di questo metodo. Ed infine, un volume che racconta la mia vita di Adami precedente all’ictus".

Luca Mantiglioni