
Le forme dell’arte si incontrano Gallorini, quadri e ceramiche nelle sale della Distilleria Nannoni
Due eccellenze di per sé apparentemente lontane riunite in un solo evento. E’ quanto accaduto con l’allestimento della mostra delle opere di Mario Gallorini nella Distilleria Nannoni, in località Aratrice, a Paganico, una retrospettiva nel decennale della scomparsa dell’artista aretino dal titolo "Ars Gratia Artis" accolta – appunto – nel luogo dove vengono prodotti alcuni dei distillati più prestigiosi a livello mondiale grazie al lavoro di Priscilla Occhipinti che, in virtù delle circa 190 medaglie oro e doppio oro ottenute nelle fiere internazionali, oggi è il maestro distillatore più premiato al mondo.
Due eccellenze, quindi, che si sono incontrate in quello che inizialmente doveva essere un evento racchiuso nell’arco di una sola giornata e che, invece, considerato il favore incontrato da parte del pubblico, è stato prorogato e andrà avanti fino a domani. L’ingresso, come ogni appuntamento organizzato in distilleria, è libero e gratuito.
Due eccellenze alle quali, poi, se n’è aggiunta anche una terza, perché nel corso della giornata sono arrivati anche i Cantori del Maggio di Civitella Marittima che hanno proposto alcuni brani tradizionali.
"In mostra – spiega Marco Botti, curatore dell’esposizione – c’è una selezione di opere che ripercorrono oltre sessant’anni di carriera durante la quale Gallorini si è sempre guardato intorno, ma non si è mai lasciato intrappolare da particolari correnti e movimenti. Dagli esordi nel Dopoguerra con uno stile influenzato dal realismo di Rosai, agli anni Sessanta e Settanta connotati dall’introduzione di un gusto surrealista fino ad arrivare alla maturità e al linguaggio riconoscibile degli ultimi decenni di attività, definito da alcuni ’naif colto’. Ogni decennio di attività è rappresentato nella mostra da opere che prendono in esame i filoni principali dell’artista: il paesaggio e la figura umana".
"Dietro alle opere di mio padre – dice Antonella Gallorini – c’era una profonda preparazione tecnica e una passione che aveva nel Dna e le due cose unite ad un sano e sereno equilibrio personale, ad un gusto per le cose belle, ad una armonia dei colori e di tutto ciò che era natura e vita, non potevano che sortire delle belle opere. Erano figlie sue come me e le mie due sorelle ed è questa anche una delle ragioni che lo ha spinto ad andare oltre la pittura, verso la ceramica, che gli permetteva di manipolare, plasmare e dare forma alle immagini che rendeva nelle tele".