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Le nostre bellezze Castello di Porrona Un nobile decaduto in cerca di rilancio

Il maniero fu una delle residenze dei Tolomei e dei Piccolomini e poi, dopo una serie di passaggi di proprietà, era diventato un resort di lusso. Ma adesso è chiuso ed è stato messo all’asta.

Le nostre bellezze Castello di Porrona Un nobile decaduto in cerca di rilancio

Il castello di Porrona fu, fin dal Medioevo, luogo di residenza delle nobili famiglie senesi dei Tolomei e dei Piccolomini. In età contemporanea è stata però scritta un’altra storia, tanto che il complesso immobiliare, almeno fino a poco tempo fa, era un resort di lusso. Oggi è tutto in mano al tribunale di Napoli. La struttura sarà battuta all’asta il prossimo 12 giugno con il prezzo di partenza pari a 5 milioni e 832mila euro. Quello che fino a non molto tempo fa era il "Castel Porrona Relais" oggi è una struttura chiusa. Nel borgo di Porrona ci vivono circa 20 persone, le case degli abitanti sono ben tenute, con fiori sul balcone e facciate molto curate. Le poche persone che abitano qui sono abituate a convivere con i clienti del resort gli spazi e vedere il castello chiuso è per loro un dispiacere. Il complesso immobiliare supera i 7mila metri quadrati di superficie. All’asta ci sono le ex scuderie, la foresteria, il castello, la fattoria i magazzini e le aree esterne. La storia moderna del Castello è legata al barone Rochefort che nel 1894 acquistò la tenuta di Porrona di Sopra dai Tolomei. Alla morte del barone, nel 1911, la proprietà passò prima a Luigi Parini di Siena e poi l’anno successivo alla Sasea che acquistò anche Porrona di Sotto. La storia di questo piccolo paradiso maremmano è da collegarsi soprattutto a questa grande società multinazionale con capitale svizzero, la Societè Anonyme Suisse d’Exploitations Agricoles. Dai primi del ‘900 ad oggi molti sono stati gli eventi che hanno modificato l’assetto di questo luogo. Grazie all’agronomo Alfredo De Rham oltre 1000 ettari di terreni improduttivi vennero resi coltivabili. È dal 1930 al 1950 che la frazione crebbe demograficamente, arrivando a 690 abitanti. Poi seguirono una serie di eventi, una su tutti la riforma agraria 1950 dove fu espropriato alla società l’80% delle proprietà. Nel 1972 la Sasea vendette definitivamente.

Nicola Ciuffoletti